Liceo linguistico europeo

"CAPITANIO"

- Bergamo -

INTRODUZIONE

IL PROGETTO "PENSARE EUROPEO"


LEZIONI PRELIMINARI:

» BREVE STORIA DELL'IDEA DI EUROPA

STORIA DELL'UNIONE EUROPEA

LE RADICI DELLA CULTURA EUROPEA

IL CONTRIBUTO DELLE RELIGIONI MONOTEISTE ALLA COSTRUZIONE EUROPEA


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LEZIONI PRELIMINARI

BREVE STORIA DELL'IDEA DI EUROPA
(prof. Cervi)

prof. Cervi

Il prof. Cervi

Il concetto di Europa è un concetto storico e culturale, più che geografico. Si dovrebbe parlare di EURASIA (cfr Humboldt: Europa come "penisola" dell’Asia). L’origine del termine EUROPA non è certa: forse viene dal semita "EREBU" che significa occidente in contrapposizione ad "ASU": oriente.

L’IDEA DI EUROPA NEL MONDO ANTICO

Lo storico Erodoto è tra i primi a parlare di divisione tra Asia e Europa sotto tre diversi aspetti socio-politici :

  1. Regime politico: l’Asia è caratterizzata da un regime schiavistico e da grandi monarchie dispotiche , mentre l’Europa è vista come un regno di libertà (poleis);
  1. Struttura urbanistica: le città dell’Asia sono senza piazze, in mancanza di assemblee cittadine, contrariamente all’Europa, che può vantare come punto di riferimento l’agorà greca ;
  1. Sistema economico: la civiltà asiatica è prevalentemente nomade e dedita all’allevamento, mentre punto fermo della società europea è l’agricoltura da cui derivano sedentarietà e stabilità;

La civiltà romana, avendo come centro il Mediterraneo, da una parte accoglierà e rielaborerà la cultura greca, dall’altra introdurrà elementi nuovi, estremamente importanti per la costruzione dell’Europa: la lingua, le istituzioni politiche ("Imperium"), il diritto romano.

L’ EUROPA NEL MEDIOEVO

E’ solo nel Medioevo che si può cominciare a parlare di Europa perché prima il mondo "occidentale" si era costituito nelle sue varie civiltà intorno al Mediterraneo.

Con la caduta dell’Impero Romano, con la crisi in ambito sociale, culturale, politica ed economica che ne derivò, si assiste all’irrompere di nuove popolazioni dette barbariche e ad un tentativo di convivenza fra romani e barbari (ved. Regni romano-barbarici).

In seguito, grazie all’opera della Chiesa (opere di missionari, monaci e vescovi), popoli con lingue, costumi e tradizioni diverse riusciranno a costruire una unione dando vita all’Europa, all’Europa medievale. La Chiesa riesce, unendo insieme elementi della "romanità" e del mondo "germanico", vivificati e completati dalla novità e dallo spirito del Cristianesimo a costruire forse il "tentativo europeista" più significativo di tutta la storia del continente: il Sacro romano impero. Per secoli, il concetto di Europa coincide con quello di Christianitas (entrare nell’Europa =entrare nella Christianitas).

L’ unità raggiunta sotto l’Impero di Carlo Magno, dove si uniranno insieme i territori dell’ attuale Francia, Italia, Germania e parte della zona mitteleuropea, resterà come punto di riferimento in tutto il mondo medievale nella società e nella cultura, nonostante le divisioni territoriali (fra regni, feudi e comuni) e le lotte fra Papato e Impero.

E’ proprio nel medioevo in quest’unità che si sviluppano le lingue e le culture nazionali, nonché gli stati nazionali: è un’unità in armonia con le diversità.

Esempi di questi rapporti fecondi sono stati i pellegrinaggi e gli scambi costanti tra le nascenti università.

L'EUROPA DELL' EPOCA MODERNA

Alla fine del Medioevo si rompe l'unità della società europea con la crisi dell'Impero e l'autonomia dei singoli Stati, quasi sempre in lotta fra loro e con la Crisi del Papato, soprattutto dopo la Riforma protestante. Al di là delle intenzioni originarie di Lutero iniziò con lui "l'individualismo religioso" che si affiancò all'"individualismo delle nazioni".

In tutta l'epoca moderna non si riuscì a costruire di nuovo un'unità politica ed istituzionale in Europa anche se al di là delle culture nazionali ci sono sempre stati movimenti letterari e artistici che, pur nati in uno Stato, hanno assunto una dimensione europea, ad esempio Rinascimento, Barocco, Classicismo, Illuminismo, Romanticismo, Naturalismo, Simbolismo, Surrealismo.

Politicamente si è assistito ad una lotta per il dominio in Europa nei vari Stati e si diffuse invece di un concetto di "unità" il concetto di equilibrio da ricostruire dopo le numerose guerre. Durante questi secoli si troveranno comunque molti libri che tornano a parlare del bisogno di un’unità europea: William Penn nel 1693 scrive "Saggio per la pace presente e futura dell’Europa"; l’Abate di St. Pierre nel 1712 scrive "Memoria per rendere la pace perpetua in Europa".

Non va dimenticato il tentativo politico di Napoleone che ancora nel Memoriale di Sant’Elena scriveva: "l’adozione di una sola moneta, di una sola legge, l’abolizione delle dogane, la fondazione di un Istituto europeo per le associazioni culturali…erano un mezzo per conseguire il mio scopo, l’organizzazione di un grande sistema federale europeo, la forma più conforme allo spirito dei tempi ed al progresso civile". Ma il suo tentativo di imporre con la forza il dominio ha scatenato la reazione e riacceso le rivalità nazionalistiche.

Anche nell’Ottocento si alzarono voci in favore dell’unità europea fra cui Victor Hugo che nel 1851 conia il termine "Stati Uniti d’Europa", Renan che auspica un congresso degli "Stati Uniti d’Europa", i filosofi Proudhon e Saint Simon, Mazzini che parla di unità dei popoli europei e non solo degli stati e infine Rosmini e Gioberti che, denunciando il fallimento di ogni tentativo dell’epoca moderna, diranno che: "L’Europa potrà tornare unita solo se ritornerà cristiana."

Il secolo scorso fino alla prima guerra mondiale è stato caratterizzato da rivalità, imperialismo e colonialismo.

Sono molti gli storici che sostengono che le due guerre mondiali del XX secolo possono essere da un certo punto di vista il fallimento dell’idea stessa di Europa, avendo scavato un solco tra le nazioni europee. Oggi, a distanza di cinquant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, l’Europa ha ritrovato il suo ruolo nella politica mondiale, anche se il cammino è sempre faticoso e da rinnovare.

Sin dal 1948 Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Repubblica Federale di Germania e Italia hanno dato vita all’OECE ( Organizzazione Economica per Cooperazione Europea) per riavviare le singole economie statali.

Poi, soprattutto per merito di alcuni grandi uomini politici dell’aerea cristiano-sociale, il francese Robert Schuman, il tedesco Konrad Adenauer e l’italiano Alcìde de Gasperi, nacque l’idea di una unione che andasse oltre i semplici aspetti economici e abbracciasse anche gli aspetti politici, sociali e culturali.

Forse il primo passo fu la "Dichiarazione di Parigi" del ministro degli esteri francese Robert Schuman che con Jean Monnet può essere considerato il padre fondatore della Comunità europea (nella suddetta era affermata per la prima volta la possibilità di costruire per gradi la comunità europea).

Il 18 aprile del 1951 nasce la CECA ( Comunità Europea del Carbone e dell’ Acciaio), primo risultato dell’opera di Schuman e Monnet.

Ancora oggi, alle soglie del terzo millennio, l’Europa non ha finito il suo compito, sia al suo interno che nei confronti degli altri continenti. Non a caso il 9 novembre del 1982, a Santiago de Compostela, Giovanni Paolo II ha compiuto un’importante "atto europeistico" di fronte all’autorità dell’Europa. Dal suo discorso emergono importanti considerazioni: "tu Europa puoi essere ancora fiera di civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Ancora oggi tieni in serbo energie umane incomparabili, capaci di sostenerti in questo compito storico di rinascita continentale e di servizio dell’umanità".

Tuttavia il problema di fondo rimane un altro: quale Europa vogliamo costruire? Un’Europa solo economica oppure una Europa che sappia recuperare i grandi valori culturali e religiosi della sua lunga tradizione?

   
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