Liceo linguistico europeo

"CAPITANIO"

- Bergamo -

INTRODUZIONE

IL PROGETTO "PENSARE EUROPEO"


LEZIONI PRELIMINARI


LAVORO DEI GRUPPI:

QUALE MOTORE PER L'EUROPA?

IL CONFRONTO TRA COSTRUZIONE EUROPEA E PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

IL PRINCIPIO DELLA SUSSIDIARIETÀ NELL'UNIONE EUROPEA

I RAPPORTI TRA L'U.E. E IL RESTO DEL MONDO

L'U.E. E LA SFIDA DELLA DISOCCUPAZIONE

I DIRITTI DEL CITTADINO EUROPEO E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL'U.E.

COSTRUZIONE DELL'IDENTITÀ EUROPEA

IL MOSAICO DELLE CULTURE

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (1)

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (2)

L'EUROPA DELL'EDUCAZIONE

ALCUNI CARATTERI SPECIFICI DEI DIVERSI SISTEMI SCOLASTICI IN EUROPA

IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO

IL SISTEMA SCOLASTICO TEDESCO

» IL SISTEMA SCOLASTICO FRANCESE

IL SISTEMA SCOLASTICO INGLESE

L'INFORMAZIONE SULL'EDUCAZIONE IN EUROPA


HANNO COLLABORATO...

QUESTA VERSIONE HTML DEL PROGETTO

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LAVORO DEI GRUPPI

FRANCIA : UN SISTEMA CENTRALIZZATO E GERARCHIZZATO

Anna Roggeri, Marta Scalari, Sara Todini, Cristina Belotti, Donatella Spinelli, Chiara Tornello

ORGANIZZAZIONE AMMINISTRATIVA

La politica scolastica generale è fissata dal Ministero dell’ Educazione Nazionale.

Il territorio nazionale è diviso in 27 rettorati (Rectorats).

In ogni dipartimento, un ispettore d’accademia è responsabile per la scuola materna, elementare e secondaria.

Coesistono due tipi di scuola :

a) la scuola pubblica, maggioritaria, regolamentata dai principi di laicità e gratuità, è frequentata dall’81,4% della popolazione scolastica ;

b) la scuola non statale frequentata dal 18,6% della popolazione scolastica.

Le leggi di decentralizzazione del 7 e 22 luglio 1983, che ridistribuiscono le responsabilità tra stato e amministrazioni locali, conservano tuttavia una forte caratteristica centralizzatrice. La legge di orientamento sull’educazione fissa i grandi obiettivi della politica francese in materia di educazione.

L’istruzione francese è molto gerarchizzata e un corpo di ispettori ne assicura il controllo amministrativo e pedagogico.

  • LO SVOLGIMENTO DELLA SCOLARITA’

  • LA SCUOLA MATERNA

    La Francia, dopo il Belgio, regista la più alta frequenza della scuola materna: il 100% dei bambini di 5 anni e già il 32,3% dei bambini di due anni.

    La Francia è il solo paese ad accogliere in questa struttura bambini di due anni.

    LA SCUOLA ELEMENTARE

    La legge di orientamento del 1989 introduce la nozione di ciclo.

    La scuola elementare ha come obiettivo l’insegnamento e l’aquisizione degli apprendimenti fondamentali, e assicura, per 26 ore settimanali, una formazione che, rispetto agli altri paesi, lascia poco spazio alle attività artistiche : un’ora settimanale per la musica e una per disegno; 5 ore sono dedicate all’educazione fisica . Le scuole sono gestite dai comuni.

    LA SCUOLA SECONDARIA

    E’ divisa in due cicli di durata rispettivamente quadriennale e triennale .

    Il collège risale al 1975 . Dal 1984 –85, è in atto un rinnovamento progressivo grazie alla riforma dei programmi, che danno più spazio alle nuove tecnologie, e all’introduzione di un insegnamento differenziato.

    Alla fine del quarto anno il consiglio di classe orienta gli alunni verso un istituto secondario generale, umanistico o scientifico (sono 8 gli indirizzi possibili ), verso un istituto tecnico o verso un istituto professionale.

    E’ obiettivo del governo francese operare in modo tale che , entro la fine degli anni ’90 l’80 % degli studenti giunga a termine gli studi secondari .

    LA FORMAZIONE INIZIALE

    Dal primo settembre 1990 gli insegnanti della scuola elementare , della scuola media e del liceo vengono formati presso uno stesso istituto universitario.

    Questi istituti universitari autonomi sono spesso inseriti nelle vecchie écoles normales, ma sono dotati delle strutture e della autonomia finanziaria e amministrativa delle università.

    L’accesso all’IUFM si situa a livello laurea, dopo tre anni di studio superiore, con l’esame dei titoli e del curriculum scolastico e, a volte, con colloquio.

    La formazione data riguarda la materia di insegnamento, la didattica e le scienze dell’educazione. Alla fine del primo anno di formazione, i futuri insegnanti sostengono un concorso di assunzione che li impegna a esercitare la professione docente.

    Retribuiti durante il loro secondo anno presso l’IUFM, ricevono una formazione professionale maggiormente orientata verso la pratica della classe .

    Questa riforma, che assegna la formazione degli insegnanti all’università, cerca di rinforzare la qualità della formazione e di rivalutare la funzione docente sia sul piano della specializzazione della materia insegnata sia su quello scientifico e professionale .

    LA FORMAZIONE CONTINUA

    Dal 1982 è decentralizzata delle 27 Accademie ed è affidata alle Missions académiques à la formation des personnels de l’education nationale.

    Fondata sulla partecipazione monetaria, è poco seguita dagli insegnanti del ciclo secondario. Non offre alcun vantaggio in carriera né per il primo né per il secondo ciclo.

    Con la creazione dell’IUFM, la formazione continua avrà luogo in questo

    stesso istituto per l’insieme del personale.

    In Francia non esiste il fenomeno della disoccupazione degli insegnanti,

    grazie alla regolamentazione precisa dei posti da mettere a concorso.

    La Francia conosce invece una grave crisi nell’assunzione del personale.

    LE BACCALAUREAT

    Il "baccalauréat", più comunemente chiamato "bac" è un’immagine di cui la "società dello spettacolo" è molto fiera.

    A partire dal 1997 il "bac" non è più un gioco di massacro, ma una lotteria in cui si vince ad ogni colpo, o quasi, al punto che ogni anno la questione si pone con più insistenza. Non si tratta, sicuramente, di mettere in dubbio l’onestà degli esaminatori, né le qualità della maggior parte dei laureati, solo di interrogare sulla base di determinati fondamenti, che lo vogliano o no il"bachot", il libro che prepara al baccalauréat, ha vinto.

    Ci si deve dunque attenere a questa banalizzazione e la Francia, in seguitoad una guerra, si attempera un esame-fantasma, un’immensa formalità in cui il fine reale non è di verificare la conoscenza degli studenti, ma di gratificarli.

    Non averlo è grave, ma abbandonarlo non è un bene né un problema. Le "bac" è diventato un diploma di massa, di base : "una sorta di equivalente di ciò che fu nel 1914 il certificato di studi".Tutto indica che il baccalauréat è dovuto farsi più elastico per accontentare un più vasto numero di giovani. In questo ultimo periodo il "bac" non è solamente aperto a un numero di candidati e non ha visto moltiplicarsi il numero delle trafile; ha visto anche andare alle stelle il tasso di riuscita dei candidati.Tra il 1992 e il 1996 esso è passato dal71,9% al 76%, guadagnando circa 1% all’anno. Una progressione meravigliosa che deve essere spiegata a partire da altre questioni: in realtà il Minstero dell’Educazione moltiplica le pressioni di ogni sorta sugli esaminatori affinchè essi si mostrino più indulgenti.

    Alcuni, tra cui molti insegnanti, spinti dalla disponibilità o per convinzione, non hanno bisogno di questi consigli per entrare nell’ottica di una politica di cui condividono le idee ; ma altri vivono questa situazione come un attentato alla loro professione ; rifiutano coraggiosamente di "camminare sul sistema": oserebbero mettere zero ai compiti ricchi di errori e a candidati incapaci di esprimere idee. Una tale ribellione è stata condotta quest’anno da un esaminatore di filosofia, Robert Redeker. E’ un caso limite, ma illustra la tendenza pesante in un sistema che nessuno è interessato a modificare.

    Secondo Robert Redeker, l’ossessione a questo diploma ha conseguenze nocive per chi lo affronta. Gli studenti non ragionano e non discutono più; esigono dei corsi che li preparino immediatamente ad entrare nel mondo del lavoro.

    Secondo il Ministero dell’ Educazione Nazionale il "bac" costituisce una formidabile operazione pubblicitaria, il numero esponenziale degli accolti prova l’eccellenza della loro politica: grazie ai loro sforzi, i giovani sono meglio istruiti e meglio formati, ciò che sottolineava un’appartenente di opposizione, François Bayron. Si sa che gli studenti saranno sottoposti a prove molto dure e che all’università, se scelgono la vita attiva, dovranno affrontare precarietà e disagi. Il "bac" ha, però, buone prospettive. Tutte le velleità di riformahanno chiaramente fallito. La sola minaccia che grava su di esso è la catastrofe finale, il gigante che rischia in ogni momento di distruggerlo.

    Il "bac" resta il meccanismo di passaggio, per il quale la grande massa che, sotto il sole di giugno, è unita in classi di età, un corpo più simbolico che rode.

    Ma l’importante è che "lo spettacolo continui".

    ESAMI NAZIONALI NEI DIVERSI STATI

    A eccezione degli Stati Uniti, il carattere di esame nazionale si ritrova anche all’estero.

    Francesi e Italiani hanno il diritto di accedere all’università su presentazione del diploma degli studi secondari.

    Contrariamente, Americani o Giapponesi accedono all’università solo dopo l’esame Q.C.M. (domande a scelta multipla) e per quanto riguarda il Giappone i corsi Juku.

    Gli Spagnoli devono seguire una sorta di anno preparatorio all’uscita del BACHILLERATO ( ottenuto a 17 anni) e passare i PAAU, una serie di brevi prove scritte.

    Il 40 % DEI BAMBINI NON SA LEGGERE AL TERMINE DELLA SCUOLA ELEMENTARE

    Uno dei problemi principali della scuola francese è il fatto che il 35% degli alunni della sesta 6^classe(corrispondente alla 1^ media italiana) non capiscono quello che leggono e il 9% non sa decifrare. Se non si apportano soluzioni immediate, ci potrebbero essere gravi ripercussioni sul livello morale e intellettuale del paese .

    La padronanza dello scritto non è solamente una questione culturale, ma anche une questione civile: quale senso avrebbe l’ideale cittadinanza democratica in un Paese dove l’analfabetismo colpisce un mezzo della popolazione ? Sarebbe un triste record arrivare al 3^ millennio con un analfabetismo diffuso.

    Le parole utilizzate dal Ministero dell’Educazione bastano a sottolineare il fatto che la cultura scolastica resta fondata sullo scritto e che il 35% degli alunni, frequentanti la sesta classe, non trovino collegamenti logici in un testo e non hanno padronanza delle regole principali del codice scritto.

    Altre statistiche condotte dall’ esercito e dagli Affari sociali, confermano questa diagnostica: un coscritto su dieci non sa leggere e il 30 %, dai 18 ai 25 anni, non capisce il senso di un articolo di giornale, anche trattante un tema semplice.

    Non sono le competenze, né la buona volontà che mancano nel sistema scolastico, anzi esse sono notevoli, ma come dichiara Claude Capeleir, uno dei migliori specialisti del campo, il fenomeno dell’analfabetismo è complesso da spiegare. "Ci sono meno studenti in ogni classe, si conosce meglio la psicologia del ragazzo, i metodi sono affinati, la riflessione sulle discipline si approfondisce, nonostante ciò le prestazioni non sono dellemigliori !"

    Il DEP(direzione di valutazione e di prospettiva) ha voluto fare un’esperienza, paragonando le conoscenze francesi tra uno studente degli anni ’20 e uno dei nostri giorni. Nella prova di dettato, gli studenti migliori degli anni ’20 hanno fatto meno errori rispetto agli studenti dei giorni nostri. Nella prova di redazione il fenomeno si è capovolto.Nonostante si debba tenere conto dell’evoluzione dei programmi, dei contenuti di insegnamento e dell’allungamento degli anni di studio, si è obbligati a constatare, secondo l’esperienza del DEP, una diminuzione della conoscenza della lingua e del calcolo .

    I FALLIMENTI DEL PRIMARIO

    La scuola primaria è oggi il nodo del problema scolastico per quattro ragioni.

    a) In primo luogo, il semplice buon senso, ma anche la psicologia e la biologia confermano che la piccola ENFANCE è il luogo di formazione che offrono lacaratteristica di essere a volte formazai lunghi tutta la vita e, nello stesso tempo, delle formazioni molto difficili da comprendere in età avanzata.

    b) E’ poi un corso preparatorio che crea problemi di eterogeneità degli studenti. E’ dunque necessario trattare la questione con estrema urgenza e apportare tutti gli sforzi disponibili per migliorare la situazione, "en y mettant pas trop tard les moyens"

    c) In terzo luogo è a questo punto dei loro corsi che i bambini sono più recettivi; è a questo punto che è necessario non deluderli, di essere seri nei loro confronti e nei confronti dei loro operati.

    d) Infine la scuola primaria è il luogo del nostro sistema scolastico, dove alcune riforme fondamentali dei programmi sono possibili relativamente all’unicità delmaestro o della maestra.

    La cultura scolastica è in grande pericolo, sarà necessario fondarsi sui sensi, sulla modifica di queste due logiche fatali, quali gli argomenti d’autorità e del piacere consumistico. La televisione non deve costituire un ostacolo, ma un aiuto : infatti essa può allearsi con la cultura scritta, alcune trasmissioni potrebbero essere utili per un insegnamento di qualità.

       
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