ORGANIZZAZIONE
AMMINISTRATIVA
La
politica scolastica generale è fissata dal Ministero
dell Educazione Nazionale.
Il
territorio nazionale è diviso in 27 rettorati
(Rectorats).
In ogni
dipartimento, un ispettore daccademia è
responsabile per la scuola materna, elementare e
secondaria.
Coesistono
due tipi di scuola :
a) la
scuola pubblica, maggioritaria, regolamentata dai
principi di laicità e gratuità, è frequentata
dall81,4% della popolazione scolastica ;
b) la
scuola non statale frequentata dal 18,6% della
popolazione scolastica.
Le
leggi di decentralizzazione del 7 e 22 luglio
1983, che ridistribuiscono le responsabilità tra
stato e amministrazioni locali, conservano
tuttavia una forte caratteristica
centralizzatrice. La legge di orientamento
sulleducazione fissa i grandi obiettivi
della politica francese in materia di educazione.
Listruzione
francese è molto gerarchizzata e un corpo di
ispettori ne assicura il controllo amministrativo e
pedagogico.
LO SVOLGIMENTO DELLA
SCOLARITA
LA SCUOLA
MATERNA
La
Francia, dopo il Belgio, regista la più alta
frequenza della scuola materna: il 100% dei bambini
di 5 anni e già il 32,3% dei bambini di due anni.
La Francia
è il solo paese ad accogliere in questa struttura
bambini di due anni.
LA SCUOLA
ELEMENTARE
La legge
di orientamento del 1989 introduce la nozione di
ciclo.
La scuola
elementare ha come obiettivo linsegnamento e
laquisizione degli apprendimenti fondamentali,
e assicura, per 26 ore settimanali, una formazione
che, rispetto agli altri paesi, lascia poco spazio
alle attività artistiche : unora settimanale
per la musica e una per disegno; 5 ore sono dedicate
alleducazione fisica . Le scuole sono gestite
dai comuni.
LA SCUOLA
SECONDARIA
E
divisa in due cicli di durata rispettivamente
quadriennale e triennale .
Il
collège risale al 1975 . Dal 1984 85, è in
atto un rinnovamento progressivo grazie alla riforma
dei programmi, che danno più spazio alle nuove
tecnologie, e allintroduzione di un
insegnamento differenziato.
Alla fine
del quarto anno il consiglio di classe orienta gli
alunni verso un istituto secondario generale,
umanistico o scientifico (sono 8 gli indirizzi
possibili ), verso un istituto tecnico o verso un
istituto professionale.
E
obiettivo del governo francese operare in modo tale
che , entro la fine degli anni 90 l80 %
degli studenti giunga a termine gli studi secondari .
LA
FORMAZIONE INIZIALE
Dal primo
settembre 1990 gli insegnanti della scuola elementare
, della scuola media e del liceo vengono formati
presso uno stesso istituto universitario.
Questi
istituti universitari autonomi sono spesso inseriti
nelle vecchie écoles normales, ma sono dotati delle
strutture e della autonomia finanziaria e
amministrativa delle università.
Laccesso
allIUFM si situa a livello laurea, dopo tre
anni di studio superiore, con lesame dei titoli
e del curriculum scolastico e, a volte, con
colloquio.
La
formazione data riguarda la materia di insegnamento,
la didattica e le scienze delleducazione. Alla
fine del primo anno di formazione, i futuri
insegnanti sostengono un concorso di assunzione che
li impegna a esercitare la professione docente.
Retribuiti
durante il loro secondo anno presso lIUFM,
ricevono una formazione professionale maggiormente
orientata verso la pratica della classe .
Questa
riforma, che assegna la formazione degli insegnanti
alluniversità, cerca di rinforzare la qualità
della formazione e di rivalutare la funzione docente
sia sul piano della specializzazione della materia
insegnata sia su quello scientifico e professionale .
LA
FORMAZIONE CONTINUA
Dal 1982
è decentralizzata delle 27 Accademie ed è affidata
alle Missions académiques à la formation des
personnels de leducation nationale.
Fondata
sulla partecipazione monetaria, è poco seguita dagli
insegnanti del ciclo secondario. Non offre alcun
vantaggio in carriera né per il primo né per il
secondo ciclo.
Con la
creazione dellIUFM, la formazione continua
avrà luogo in questo
stesso
istituto per linsieme del personale.
In Francia
non esiste il fenomeno della disoccupazione degli
insegnanti,
grazie
alla regolamentazione precisa dei posti da mettere a
concorso.
La Francia
conosce invece una grave crisi nellassunzione
del personale.
LE
BACCALAUREAT
Il
"baccalauréat", più comunemente chiamato
"bac" è unimmagine di cui la
"società dello spettacolo" è molto fiera.
A partire
dal 1997 il "bac" non è più un gioco di
massacro, ma una lotteria in cui si vince ad ogni
colpo, o quasi, al punto che ogni anno la questione
si pone con più insistenza. Non si tratta,
sicuramente, di mettere in dubbio lonestà
degli esaminatori, né le qualità della maggior
parte dei laureati, solo di interrogare sulla base di
determinati fondamenti, che lo vogliano o no
il"bachot", il libro che prepara al
baccalauréat, ha vinto.
Ci si deve
dunque attenere a questa banalizzazione e la Francia,
in seguitoad una guerra, si attempera un
esame-fantasma, unimmensa formalità in cui il
fine reale non è di verificare la conoscenza degli
studenti, ma di gratificarli.
Non averlo
è grave, ma abbandonarlo non è un bene né un
problema. Le "bac" è diventato un diploma
di massa, di base : "una sorta di
equivalente di ciò che fu nel 1914 il certificato di
studi".Tutto indica che il baccalauréat è
dovuto farsi più elastico per accontentare un più
vasto numero di giovani. In questo ultimo periodo il
"bac" non è solamente aperto a un numero
di candidati e non ha visto moltiplicarsi il numero
delle trafile; ha visto anche andare alle stelle il
tasso di riuscita dei candidati.Tra il 1992 e il 1996
esso è passato dal71,9% al 76%, guadagnando circa 1%
allanno. Una progressione meravigliosa che deve
essere spiegata a partire da altre questioni: in
realtà il Minstero dellEducazione moltiplica
le pressioni di ogni sorta sugli esaminatori
affinchè essi si mostrino più indulgenti.
Alcuni,
tra cui molti insegnanti, spinti dalla disponibilità
o per convinzione, non hanno bisogno di questi
consigli per entrare nellottica di una politica
di cui condividono le idee ; ma altri vivono
questa situazione come un attentato alla loro
professione ; rifiutano coraggiosamente di
"camminare sul sistema": oserebbero mettere
zero ai compiti ricchi di errori e a candidati
incapaci di esprimere idee. Una tale ribellione è
stata condotta questanno da un esaminatore di
filosofia, Robert Redeker. E un caso limite, ma
illustra la tendenza pesante in un sistema che
nessuno è interessato a modificare.
Secondo
Robert Redeker, lossessione a questo diploma ha
conseguenze nocive per chi lo affronta. Gli studenti
non ragionano e non discutono più; esigono dei corsi
che li preparino immediatamente ad entrare nel mondo
del lavoro.
Secondo il
Ministero dell Educazione Nazionale il
"bac" costituisce una formidabile
operazione pubblicitaria, il numero esponenziale
degli accolti prova leccellenza della loro
politica: grazie ai loro sforzi, i giovani sono
meglio istruiti e meglio formati, ciò che
sottolineava unappartenente di opposizione,
François Bayron. Si sa che gli studenti saranno
sottoposti a prove molto dure e che
alluniversità, se scelgono la vita attiva,
dovranno affrontare precarietà e disagi. Il
"bac" ha, però, buone prospettive. Tutte
le velleità di riformahanno chiaramente fallito. La
sola minaccia che grava su di esso è la catastrofe
finale, il gigante che rischia in ogni momento di
distruggerlo.
Il
"bac" resta il meccanismo di passaggio, per
il quale la grande massa che, sotto il sole di
giugno, è unita in classi di età, un corpo più
simbolico che rode.
Ma
limportante è che "lo spettacolo
continui".
ESAMI
NAZIONALI NEI DIVERSI STATI
A
eccezione degli Stati Uniti, il carattere di esame
nazionale si ritrova anche allestero.
Francesi e
Italiani hanno il diritto di accedere
alluniversità su presentazione del diploma
degli studi secondari.
Contrariamente,
Americani o Giapponesi accedono alluniversità
solo dopo lesame Q.C.M. (domande a scelta
multipla) e per quanto riguarda il Giappone i corsi
Juku.
Gli
Spagnoli devono seguire una sorta di anno
preparatorio alluscita del BACHILLERATO (
ottenuto a 17 anni) e passare i PAAU, una serie di
brevi prove scritte.
Il 40 %
DEI BAMBINI NON SA LEGGERE AL TERMINE DELLA SCUOLA
ELEMENTARE
Uno dei
problemi principali della scuola francese è il fatto
che il 35% degli alunni della sesta
6^classe(corrispondente alla 1^ media italiana) non
capiscono quello che leggono e il 9% non sa
decifrare. Se non si apportano soluzioni immediate,
ci potrebbero essere gravi ripercussioni sul livello
morale e intellettuale del paese .
La
padronanza dello scritto non è solamente una
questione culturale, ma anche une questione civile:
quale senso avrebbe lideale cittadinanza
democratica in un Paese dove lanalfabetismo
colpisce un mezzo della popolazione ? Sarebbe un
triste record arrivare al 3^ millennio con un
analfabetismo diffuso.
Le parole
utilizzate dal Ministero dellEducazione bastano
a sottolineare il fatto che la cultura scolastica
resta fondata sullo scritto e che il 35% degli
alunni, frequentanti la sesta classe, non trovino
collegamenti logici in un testo e non hanno
padronanza delle regole principali del codice
scritto.
Altre
statistiche condotte dall esercito e dagli
Affari sociali, confermano questa diagnostica: un
coscritto su dieci non sa leggere e il 30 %, dai 18
ai 25 anni, non capisce il senso di un articolo di
giornale, anche trattante un tema semplice.
Non sono
le competenze, né la buona volontà che mancano nel
sistema scolastico, anzi esse sono notevoli, ma come
dichiara Claude Capeleir, uno dei migliori
specialisti del campo, il fenomeno
dellanalfabetismo è complesso da spiegare.
"Ci sono meno studenti in ogni classe, si
conosce meglio la psicologia del ragazzo, i metodi
sono affinati, la riflessione sulle discipline si
approfondisce, nonostante ciò le prestazioni non
sono dellemigliori !"
Il
DEP(direzione di valutazione e di prospettiva) ha
voluto fare unesperienza, paragonando le
conoscenze francesi tra uno studente degli anni
20 e uno dei nostri giorni. Nella prova di
dettato, gli studenti migliori degli anni 20
hanno fatto meno errori rispetto agli studenti dei
giorni nostri. Nella prova di redazione il fenomeno
si è capovolto.Nonostante si debba tenere conto
dellevoluzione dei programmi, dei contenuti di
insegnamento e dellallungamento degli anni di
studio, si è obbligati a constatare, secondo
lesperienza del DEP, una diminuzione della
conoscenza della lingua e del calcolo .
I
FALLIMENTI DEL PRIMARIO
La scuola
primaria è oggi il nodo del problema scolastico per
quattro ragioni.
a) In
primo luogo, il semplice buon senso, ma anche la
psicologia e la biologia confermano che la piccola
ENFANCE è il luogo di formazione che offrono
lacaratteristica di essere a volte formazai lunghi
tutta la vita e, nello stesso tempo, delle formazioni
molto difficili da comprendere in età avanzata.
b) E
poi un corso preparatorio che crea problemi di
eterogeneità degli studenti. E dunque
necessario trattare la questione con estrema urgenza
e apportare tutti gli sforzi disponibili per
migliorare la situazione, "en y mettant pas trop
tard les moyens"
c) In
terzo luogo è a questo punto dei loro corsi che i
bambini sono più recettivi; è a questo punto che è
necessario non deluderli, di essere seri nei loro
confronti e nei confronti dei loro operati.
d) Infine
la scuola primaria è il luogo del nostro sistema
scolastico, dove alcune riforme fondamentali dei
programmi sono possibili relativamente
allunicità delmaestro o della maestra.
La cultura
scolastica è in grande pericolo, sarà necessario
fondarsi sui sensi, sulla modifica di queste due
logiche fatali, quali gli argomenti dautorità
e del piacere consumistico. La televisione non deve
costituire un ostacolo, ma un aiuto : infatti
essa può allearsi con la cultura scritta, alcune
trasmissioni potrebbero essere utili per un
insegnamento di qualità.