Liceo linguistico europeo

"CAPITANIO"

- Bergamo -

INTRODUZIONE

IL PROGETTO "PENSARE EUROPEO"


LEZIONI PRELIMINARI


LAVORO DEI GRUPPI:

QUALE MOTORE PER L'EUROPA?

» IL CONFRONTO TRA COSTRUZIONE EUROPEA E PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

IL PRINCIPIO DELLA SUSSIDIARIETÀ NELL'UNIONE EUROPEA

I RAPPORTI TRA L'U.E. E IL RESTO DEL MONDO

L'U.E. E LA SFIDA DELLA DISOCCUPAZIONE

I DIRITTI DEL CITTADINO EUROPEO E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL'U.E.

COSTRUZIONE DELL'IDENTITÀ EUROPEA

IL MOSAICO DELLE CULTURE

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (1)

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (2)

L'EUROPA DELL'EDUCAZIONE

ALCUNI CARATTERI SPECIFICI DEI DIVERSI SISTEMI SCOLASTICI IN EUROPA

IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO

IL SISTEMA SCOLASTICO TEDESCO

IL SISTEMA SCOLASTICO FRANCESE

IL SISTEMA SCOLASTICO INGLESE

L'INFORMAZIONE SULL'EDUCAZIONE IN EUROPA


HANNO COLLABORATO...

QUESTA VERSIONE HTML DEL PROGETTO

COME CONTATTARCI

.
LAVORO DEI GRUPPI

IL CONFRONTO TRA COSTRUZIONE EUROPEA E PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

LA COSTRUZIONE EUROPEA: SFIDE PER IL PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

I NUOVI SCENARI DELLA COSTRUZIONE EUROPEA

IL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE

RITROVARE L'ANIMA DELL'ESPERIMENTO EUROPEO

ALCUNE PROSPETTIVE DI RINNOVAMENTO DEL PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

  • Lavoro eseguito da: Nervi Nicole, Pedrini Eleonora, Spina Norma, Mutti Pamela, Panetta Rossella, Valsecchi Federica
  • LA COSTRUZIONE EUROPEA:SFIDE PER IL PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

    Dal 20 al 22 marzo 1997 si è tenuta a Bruxelles la prima settimana sociale europea sul tema: "L'Europa nel mondo: sfide del pensiero sociale cristiano"

    Gli autori Papini e Pavan propongono quattro piste di riflessione :

    Prendere coscienza della novità degli scenari nei quali si costruisce oggi l'Europa.

    Analizzare i processi di globalizzazione .

    Evidenziare l'anima dell'esperimento europeo.

    Analizzare le prospettive essenziali di rinnovamento del pensiero.

    I NUOVI SCENARI DELLA COSTRUZIONE EUROPEA

    L'idea di Europa ha origini culturali e religiose antiche, ma la fase comunitaria è la più recente, dato che si è sviluppata dopo la seconda guerra mondiale.

    In questa fase si sono sviluppati due obiettivi:

    1. attuare un'unità delle diversità, attraverso istituzioni comuni.
    2. difendersi dal comunismo.

    L'idea di Europa nasceva a livello politico, ma si sviluppò quando si dotò di gambe economiche. Gli europei illuminati pensavano ad un grande progetto politico in cui, comunque, l'economia giocava un ruolo molto importante. Una parte della leadership occidentale pensava di trarre, dalla via dell'economia e del mercato, due benefici: un'espansione economica e la libera circolazione di beni, persone e capitali.

    Oggi l'Unione Europea ha esaurito la sua forza per l'affievolimento del progetto iniziale e per la mutazione degli scenari interni ed esterni. Si pone così al centro l'interrogativo su quale Europa si vuole oggi costruire.

    Riguardo al prossimo futuro dell'umanità si stanno sviluppando due ottiche principali: 1) partendo dal 1989, la parte liberale-capitalista dell'Occidente (cioè l'Europa) ha titolo per stabilire le nuove regole del gioco. Rappresenta l'ottica di competizione e conquista proposta dall'Occidente;

    2) L'entrata in scena dell'uomo non-occidentale.

    Non si può costruire un'Europa al suo interno (integrazione) senza tener conto di ciò che avviene al suo esterno (globalizzazione).

  • IL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE
  • Negli ultimi anni si è rilevato un tentativo di globalizzazione generale. Il problema rilevato è che la ricchezza creata nell'unione gravita intorno a pochi, mentre la povertà è una questione che riguarda i molti. Si dice addirittura che il 20% degli abitanti controlla l'80% della ricchezza.

    Questo modello di globalizzazione governato da pochi attori, si basa su una filosofia detta "del vincitore", con la quale il più forte soffoca il più debole. Con queste premesse gli Stati non occidentali passano in secondo piano nella corsa al potere.

    Il problema nasce sulla scelta tra la filosofia della cooperazione globale e del "vincitore".

    RITROVARE L'ANIMA DELL'ESPERIMENTO EUROPEO

    Quale ruolo intende giocare l'Europa nella costruzione dello spazio pubblico globale?

    Due sono le principali piste che si aprono oggi al processo europeo per strutturare la risposta. La prima è quella di organizzare soprattutto un grande spazio economico comune, fornendo sostegno alle imprese di importanza internazionale, mentre la seconda prevede un'Europa con una forte identità politica in grado di aprirsi un varco nella globalizzazione. Entrambe le esperienze, seppure dettate da diversi interessi, hanno come perno la centralità del sistema monetario. In ogni caso è comunque il sistema a istituire la moneta e a farne la vitalità e il valore, non viceversa. Il monetarismo, forse, traduce oggi la miseria della politica in tempi di totalitarismo di mercato. In questa cornice il rischio reale è che la moneta unica nasca senza una reale legittimazione democratica e quindi anche insicura, perché senza la fiducia dei cittadini europei.

    Stato e mercato sono due organi in sé indipendenti, ma complementari.

    In questo periodo, dal punto di vista istituzionale, c'è il tentativo di ritornare ad una Europa "antica". Infatti, si tenta di arrivare ad una organizzazione politica oltre lo Stato e la sovranità, creando una governance sovranazionale.

    Un altro risvolto della costruzione europea è stato il tentativo di conciliare dimensione economica e sociale. Il problema nasce quando si parla di sviluppo europeo: difatti, lo sviluppo della dimensione economica persegue il profitto, facendo in questo modo diminuire la manodopera richiesta migliorando la produttività dei macchinari. Inoltre i capitali vengono spostati dall'unione ai paesi sottosviluppati così da avere minori spese.

    Infine, tra il risvolto politico-istituzionale e quello socio-economico dell'esperimento europeo, il principio di sussidiarietà costituisce oggi una specie di punto d'arrivo del processo e, forse, la sua punta acuta. Il principio di sussidiarietà dice tre cose: la titolarità dell'azione e dell'iniziativa è della persona e delle formazioni sociali; rispetto a questa iniziativa, l'ordine intero delle istituzioni è subsidium, sia in termini di efficienza, sia in termini di giustizia; infine, ogni intervento decisionale pubblico, regolativo o vicario, deve stabilirsi al livello più appropriato.

    L'iniziativa, anche in campo economico, ha la sua radice e la sua fonte nella libertà delle associazioni e nei corpi sociali e, solo in un secondo momento, nelle istituzioni.

    ALCUNE PROSPETTIVE DI RINNOVAMENTO DEL PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

    Questo punto prende in considerazione degli elementi importanti per la prospettiva del pensiero sociale cristiano rispetto alle sfide prese in considerazione.

    Bisogna mettere in questione il pensiero, le strategie e gli obiettivi. Per un rinnovamento del pensiero sociale cristiano, si possono individuare tre grandi linee possibili:

    a) La prima linea riguarda il presupposto teologico ed ecclesiologico del pensiero sociale cristiano. Soprattutto in rapporto a due aspetti fondamentali:

    • Il problema dello statuto pubblico della dottrina sociale cristiana
    • Il problema del modo per costruire questa dottrina

    Per ciò che concerne il primo punto, la Chiesa tende sempre più a sottolineare il carattere teologico del suo insegnamento sociale. Di conseguenza si ha un'accentuazione della dimensione di fede, la sottolineatura della ragione di ogni particolarità rispetto alla ragione pubblica comune. Quindi, la dottrina cristiana si dovrebbe riconoscere come una delle ragioni sociali che nello spazio pubblico comune sono in competizione. Le ragioni sociali sono molteplici e particolari, mentre la ragione pubblica è una. Ogni ragione sociale ha titolo per discutere il primo punto di vista.

    Il problema del pensiero cristiano posto in questi termini, comporta l'abbandono definitivo della prospettiva di "cristianità", nel senso di una società per soli cristiani.

    b) Il secondo punto si riferisce al modo di attuazione della dottrina sociale cristiana. Le Chiese dovrebbero impegnarsi direttamente nel lavoro di analisi e di proposta nel proprio ambiente, contribuendo nel formare i pronunciamenti della Chiesa universale. È sempre più necessario che all'interno della Chiesa ci siano delle competenze specifiche, in particolare per i laici, per quanto riguarda il lavoro di elaborazione della dottrina. Inoltre, i principi cristiani si devono conciliare e non contrastare con lo sviluppo della economia e del mercato.

    c) Il terzo punto espone il problema della mancanza di attenzione da parte della dottrina sociale cristiana verso i mercati sorgenti. Il discorso degli autori verte sul fatto che i cristiani non devono più limitarsi a tamponare i fallimenti di questo "modello di sviluppo impazzito", ma devono attuare un intervento a monte come riflessione e come azione così da evitare le spiacevoli conseguenze. Con l'intervento cristiano, continuano gli autori, si potrà riportare il modello di sviluppo dentro le ragioni della società civile dove solo lì può divenire cooperativa la competizione e diventare sostenibile la globalizzazione.

       
    Inizio pagina Prossima pagina