Liceo linguistico europeo

"CAPITANIO"

- Bergamo -

INTRODUZIONE

IL PROGETTO "PENSARE EUROPEO"


LEZIONI PRELIMINARI


LAVORO DEI GRUPPI:

QUALE MOTORE PER L'EUROPA?

IL CONFRONTO TRA COSTRUZIONE EUROPEA E PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

IL PRINCIPIO DELLA SUSSIDIARIETÀ NELL'UNIONE EUROPEA

» I RAPPORTI TRA L'U.E. E IL RESTO DEL MONDO

L'U.E. E LA SFIDA DELLA DISOCCUPAZIONE

I DIRITTI DEL CITTADINO EUROPEO E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL'U.E.

COSTRUZIONE DELL'IDENTITÀ EUROPEA

IL MOSAICO DELLE CULTURE

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (1)

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (2)

L'EUROPA DELL'EDUCAZIONE

ALCUNI CARATTERI SPECIFICI DEI DIVERSI SISTEMI SCOLASTICI IN EUROPA

IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO

IL SISTEMA SCOLASTICO TEDESCO

IL SISTEMA SCOLASTICO FRANCESE

IL SISTEMA SCOLASTICO INGLESE

L'INFORMAZIONE SULL'EDUCAZIONE IN EUROPA


HANNO COLLABORATO...

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LAVORO DEI GRUPPI

I RAPPORTI TRA L'U.E. E IL RESTO DEL MONDO

L’Unione europea si basa, secondo il trattato di Maastricht, su tre pilastri

pilastri europa

Il nostro gruppo ha approfondito le relazioni esterne ossia quelle relazioni che l’UE intrattiene coi Paesi terzi e le organizzazioni internazionali nel settore economico e commerciale. Nonostante il grande rilievo che assumono nel quadro della politica estera, esse vanno tuttavia distinte, dal punto di vista del contenuto e sotto il profilo giuridico, dalla politica estera e di sicurezza comune (PESC), che ha per oggetto le relazioni di natura strettamente politica tra l’UE e i Paesi terzi e le organizzazioni internazionali. Le relazioni estere, i cui principali elementi sono costituiti dalla politica commerciale comune, la politica di associazione e la politica di sviluppo, formano, assieme alla PESC, la base della politica estera europea.

POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA EUROPEA COMUNE

Tradizionalmente l’UE agiva per conto dei suoi Stati membri nei campi delle relazioni economiche esterne delle politiche dello sviluppo. Nel novembre 1993 è stato fissato dal trattato di Maastricht un nuovo obbiettivo: "L’attuazione di una politica estera e di sicurezza comune, compresa la definizione a termine di una politica comune di difesa".

  • Il trattato fissa per la PESC i seguenti obbiettivi:
  1. la difesa dei valori comuni, degli interessi fondamentali e dell’indipendenza dell’Unione;
  2. il rafforzamento della sicurezza dell’Unione e dei suoi Stati membri in tutte le sue forme;
  3. il mantenimento della pace e il rafforzamento della sicurezza internazionale, conformemente ai principi della Carta delle Nazioni Unite, nonché ai principi dell’Atto finale di Helsinki e agli obbiettivi della Carta di Parigi;
  4. la promozione della cooperazione internazionale;
  5. lo sviluppo e il consolidamento della democrazia e dello stato di diritto, nonché il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

L’UE non deve far fronte tanto a minacce militari quanto piuttosto a problemi di sicurezza nucleare, criminalità organizzata, catastrofi ambientali, traffico illegale di materiali nucleari, sovrappopolazione, povertà, migrazioni di massa, conflitti etnici e regionali ai confini dell’Unione.

Le procedure decisionali sono intergovernative e si differenziano quindi da quelle che si applicano alle relazioni esterne. Il controllo generale è affidato al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo e al Consiglio dei ministri: il Consiglio europeo definisce i principi e gli orientamenti generali della PESC e adotta tutte le sue decisioni all’unanimità. La Commissione europea partecipa a tutte le discussioni, può avanzare proposte e dispone del diritto di iniziativa. Il Parlamento Europeo viene consultato regolarmente ma non ha poteri diretti.

Una volta adottata una posizione comune in Consiglio, gli Stati membri sono tenuti ad adeguare ad essa le loro politiche nazionali. Le azioni congiunte impegnano gli stati membri a seguire una determinata linea d’azione a sostegno di una posizione comune.

Non sarebbe corretto affermare che dal suo inizio nel 1993, la politica estera dell’UE abbia ottenuto scarsi risultati. Oggi che l’UE e i suoi Stati membri hanno una libertà di manovra molto maggiore nell’ambito di un quadro istituzionale unico che si occupa di questioni politiche, economiche, commerciali e giuridiche, si sta infatti gradualmente sviluppando un approccio globale e coerente in materia di politica estera nei casi in cui la PESC si è mostrata poco efficace, la causa del fallimento può essere attribuita in larga misura alla mancanza di progressi sostanziali verso l’integrazione delle strategie politiche ed economiche dell’UE nei confronti dei paesi terzi e all’incapacità di esprimere un forza militare credibile. Per superare questo limite, l’UE deve definire più chiaramente gli interessi comuni e a tale scopo è necessario trovare una formula che faciliti un processo decisionale. La soluzione più ovvia è ricorre più ampiamente al voto a maggioranza in seno al Consiglio dell’UE, per deliberare su questioni di politica estera. Si spera che, in seguito alla conferenza intergovernativa del 1996, si riesca a trovare una soluzione a questa aporia diplomatica.

La politica commerciale prevista dal trattato

diagr. esportazioni

diagr. importazioni

La politica commerciale prevista dal trattato copre tutti gli accordi UE con i paesi terzi relativi alle importazioni ed esportazioni di merci. Tali accordi possono essere limitati a particolari paesi terzi o gruppi di paesi terzi, oppure possono avere dimensione globale, come è avvenuto nella recente tornata di negoziati conclusi nell’ambito del GATT nel dicembre 1993.Il fatto che l’UE conduca una politica unica e coerente nei confronti del resto del mondo ha fatto della politica commerciale comune una delle chiavi di volta della politica dell’Unione. Già i padri fondatori del trattato di Roma avevano previsto una politica commerciale comune che doveva costituire il logico complemento alla creazione dell’unione doganale tra gli Stati membri.

La politica commerciale comune prevede la negoziazione di accordi tariffari e commerciali, l’uniformizzazione delle misure di liberalizzazione, della politica d’esportazione delle misure di protezione commerciale da adottare, ad esempio nei casi di Dumping o di sovvezioni ecc… Il potere esclusivo di negoziare della Commissione europea nel quadro della politica commerciale comune si limita essenzialmente ai negoziati relativi ai beni di consumo. Quelli nel settore dei servizi, della protezione della proprietà intellettuale e degli investimenti diretti all’estero acquisiscono tuttavia un peso sempre maggiore a livello internazionale, in particolare per l’UE. L’importanza dei servizi è andata aumentando sempre più negli ultimi decenni. Una percentuale in costante aumento degli scambi mondiali, inoltre, riguarda la proprietà intellettuale, dei prodotti farmaceutici, del software informatico, dell’industria musicale, ecc… In futuro si dovranno definire chiaramente i poteri dell’UE in questi settori, poiché fino ad oggi essi sono stati fissati in modo approssimativo dando così origine a inutili dispute procedurali fra l’UE e i suoi Stati membri. L’UE aiuta attivamente i Paesi in via di sviluppo; le sue relazioni commerciali si imperniano sulla convenzione di Lomè, di cui sono firmatari 70 Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Esso introduce il rispetto dei diritti dell’uomo e dei principi democratici nonché una procedura specifica in caso di violazione di questi principi e prevede ormai risorse finanziarie destinate a sostenere la promozione dei diritti dell’uomo e ad appoggiare misure di democratizzazione, di rafforzamento dello stato di diritto e di sana gestione degli affari pubblici.

Mediterraneo e Medio Oriente

La politica dell’UE nei confronti della regione del Mediterraneo e del Medio Oriente trova sostanzialmente origine negli anni ’70 grazie ad un serie di accordi che hanno durata illimitata e si compongono essenzialmente di due elementi :

  1. concessioni commerciali a favore dell’esportazione di prodotti mediterranei verso il mercato comunitario ;
  2. cooperazione economica e finanziaria : l’aspetto finanziario è finalizzato alla realizzazione di azioni e atti di sviluppo.

All’inizio degli anni’90, un altro rilevante passo è stato compiuto con l’adozione mediterranea rinnovata che ha portato a un netto aumento delle risorse finanziarie e all’apertura a nuovi settori alla cooperazione.

America latina

La Comunità contribuisce ad iniziative di natura istituzionale che si basano su tradizioni giuridiche originali, viene a favore di infrastrutture d’informazione, di assistenza e di formazione. Altre azioni riguardano il rafforzamento dei pubblici ministeri attraverso un’assistenza tecnica oppure l’appoggio alle attività di formazione. Un programma in America centrale prevede in particolare il controllo di casi portati davanti alla Corte interamericana dei diritti dell’uomo. Per quanto riguarda 11 paesi dell’America centrale un progetto ha permesso di organizzare un serie di seminari, con l’obiettivo di demoltiplicare i programmi di formazione giuridica in ciascuno dei paesi interessati. Dal1992, il programma pluriennale di protezione dei diritti dell’uomo nell’America centrale, che beneficia del sostegno comunitario, dà la priorità a progetti di istruzione sensibilizzazione del personale della polizia, delle forze armate, dell’amministrazione della giustizia e dei penitenziari. L’originalità di questa iniziativa risiede nel fatto che concretizza una stretta relazione di partenariato sull’apprezzamento della situazione dei diritti dell’uomo e su progetti specifici di assistenza giuridica e di sostegno dell’apparato giudiziario. Questo tipo di azione è stato esteso a varie paesi dall’America latina.

Asia

In occasione del vertice di Essen nel dicembre del 1994, il Consiglio europeo ha varato un nuova legge la "nuova strategia asiatica", mirante a realizzare un considerevole sviluppo delle relazioni verso gli Stati asiatici nel commercio e nella cooperazione industriale così come della collaborazione tra imprese, ricerca e sviluppo, sia su base bilaterale che in una più ampia prospettiva regionale. A tale proposito, in occasione del primo vertice euro-asiatico che si è tenuto a Bankok all’inizio di Marzo 1996 sono stati conseguiti i primi importanti progressi : la comunità e i 10 paesi asiatici di maggior peso economico hanno individuato in questa occasione nell’avvio dell’economia di mercato, la liberalizzazione commerciali non discriminatoria e forme di cooperazione regionale aperte la base di un solido partenariato euro-asiatico e hanno deciso di avviare consultazioni nel quadro dell’Organizzazione mondiale dei commerci, nonché concreti programmi di azioni nei settori quali la promozione degli investimenti e la semplificazione delle procedure doganali.

Africa

L’UE si è impegnata non soltanto inviando aiuti ai paesi in via di sviluppo o in guerra. Principale obiettivo della politica estera rivolta a tali stati è lo sviluppo economico e l’instaurazione di una pace permanente. A tale scopo opera l’ECHO, creata nel 1992 come un’associazione che gestisce e coordina le operazioni umanitarie UE nei paesi terzi. È stato recentemente adottato un piano globale di 14 MECU a favore delle popolazioni angolane, che privilegia la sanità e consentirà di ripristinare gli ospedali delle arre rurali, segnatamente nelle regioni rimaste per troppo tempo inaccessibili alle organizzazioni umanitarie. Vengono altresì sostenute attività di sminamento mirato per agevolare l’accesso alle popolazioni isolate. Con il suo aiuto umanitario, ECHO partecipa quindi attivamente all’apertura del paese e del processo di pace, ristabilendo la fiducia grazie alla presenza internazionale e all’aiuto ai più indigenti.

   
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