Liceo linguistico europeo

"CAPITANIO"

- Bergamo -

INTRODUZIONE

IL PROGETTO "PENSARE EUROPEO"


LEZIONI PRELIMINARI


LAVORO DEI GRUPPI:

QUALE MOTORE PER L'EUROPA?

IL CONFRONTO TRA COSTRUZIONE EUROPEA E PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

IL PRINCIPIO DELLA SUSSIDIARIETÀ NELL'UNIONE EUROPEA

I RAPPORTI TRA L'U.E. E IL RESTO DEL MONDO

L'U.E. E LA SFIDA DELLA DISOCCUPAZIONE

I DIRITTI DEL CITTADINO EUROPEO E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL'U.E.

» COSTRUZIONE DELL'IDENTITÀ EUROPEA

IL MOSAICO DELLE CULTURE

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (1)

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (2)

L'EUROPA DELL'EDUCAZIONE

ALCUNI CARATTERI SPECIFICI DEI DIVERSI SISTEMI SCOLASTICI IN EUROPA

IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO

IL SISTEMA SCOLASTICO TEDESCO

IL SISTEMA SCOLASTICO FRANCESE

IL SISTEMA SCOLASTICO INGLESE

L'INFORMAZIONE SULL'EDUCAZIONE IN EUROPA


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LAVORO DEI GRUPPI

COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ EUROPEA

  • L'IDENTITÀ CULTURALE EUROPEA

  • LO STATO NAZIONALE IN EUROPA

    BIBLIOGRAFIA

    1. L’identità culturale europea

    Il processo di costruzione degli Stati Uniti d’Europa si fonda sulla base di valori culturali, radicati in un’identità comune che sviluppi i vincoli di appartenenza all’interno di istituzioni democratiche liberamente accettate. Per costruire un’identità europea, è bene evitare due posizioni estreme: da un lato, la pretesa di codificare un insieme di elementi culturali definiti e stabili nel tempo che sarebbero tipici dei popoli europei e che li differenzierebbero nettamente dal resto del mondo, dall’altro, la negazione di ogni carattere comune e la definizione soltanto in negativo dell’identità europea come permanente conflitto di culture etniche, nazionali e locali.

    Il tentativo di individuare un’identità europea procede mediante un’accurata ricognizione storica dei grandi processi che hanno generato l’Europa moderna, analizzando l’intreccio tra persistenza e mutamento, l’alternarsi di aperture verso altre culture e di chiusure entro i propri confini geografici ed etnico-culturali, il susseguirsi delle lotte tra entità sovranazionali come l’impero e il papato e stati nazionali, e dei conflitti tra stati nazionali per l’egemonia politica ed economica del continente.

    L’Europa che la storia ci ha consegnato è oggi un’Europa delle diversità; caratteristica primaria dell’entità europea è la complessità del suo patrimonio storico-culturale, in cui differenze profonde sono riunite, senza essere confuse, in forme allo stesso tempo conflittuali e solidali.

    L’aspettativa politica e civile del nostro tempo è che questa diversità e pluralità delle culture venga sempre più considerata un bene prezioso per lo sviluppo di una comunità libera e pacificamente aperta verso l’esterno.

    L’identità europea consiste in una costante dialettica tra concezioni del mondo diverse, in uno spirito critico che continuamente pone in discussione credenze e convinzioni temporaneamente egemoni: ciò costituisce il fondamento della straordinaria fioritura del pensiero scientifico europeo.

    È importante comunque non negare l’esistenza di alcuni elementi costitutivi della cultura europea che connotano uno "specifico europeo".

    Sono elementi costitutivi dell’organizzazione sociale e culturale europea:

     

    • SCIENZA E TECNOLOGIA

    Il primo di questi elementi è rappresentato dalla scienza e dalla tecnologia occidentali, in grado di produrre processi e prodotti che trasformano la natura per soddisfare bisogni umani.

    Tuttavia distintivo della cultura europea è la sua peculiare capacità di unire ricerca e scoperta, invenzione e innovazione tecnologica, sotto la pressione costante, ora della guerra, ora della competizione commerciale. È inoltre una caratteristica europea creare istituzioni appositamente designate allo sviluppo e alla diffusione della conoscenza: dalle università italiane e francesi alle accademie scientifiche anglosassoni del XVII e XVIII secolo, dalle università di ricerca soprattutto tedesche del Sette e Ottocento ai grandi laboratori di ricerca delle università contemporanee.

     

    • RELIGIONE CRISTIANA

    Un secondo elemento costitutivo della comunità europea è la religione cristiana, ovvero un monoteismo trascendente, che postula il rapporto diretto tra ogni creatura e il suo Creatore.

    I due aspetti, quello individuale – che scaturisce dall’individualismo del messaggio evangelico – e quello collettivo –che si esprime nella organizzazione gerarchica ecclesiale, nei riti e nelle cerimonie del culto – si sono spesso dialetticamente contrapposti.

    Da un lato la religione cristiana contribuisce, insieme al diritto romano, allo sviluppo dell’individualismo occidentale; dall’altro tende ad identificarsi con l’identità europea.

     

    • ENTITÀ POLITICA EUROPEA

    Un terzo elemento distintivo è lo stato nazionale, ovvero quella particolare istituzione che nasce dal connubio tra un’entità politica sovrana, autonoma, centralizzata, dotata del monopolio della violenza legittima su un dato territorio, e una comunità fondata su vincoli di sangue, lingua, memoria collettiva.

     

    Dalla fine del Medioevo, l’Europa risulta costituita da popoli formati da contadini, da signori, da sovrani, da mercanti e artigiani.

    Questo tipo di stato diverrà, nel XIX, l’organizzazione politica dominante nell’Europa occidentale, nelle vesti di una costruzione europea, che si propone in seguito come modello al mondo.

     

    • DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA

    Un quarto elemento caratteristico dell’identità europea è la democrazia rappresentativa, fondata sul consenso dei cittadini e sviluppata a tutela dei loro diritti fondamentali. La polis greca, la repubblica romana, i liberi comuni, sono tutti antecedenti di quella specificità europea che è la democrazia rappresentativa, ovvero un sistema politico in cui deputati eletti rappresentano gli interessi e le opinioni dei cittadini in un contesto di governo della legge e di garanzie costituzionali. Gli istituti parlamentari, il governo della maggioranza nel rispetto dei diritti della minoranza, il voto libero e periodico, la separazione dei poteri sono tutte istituzioni che nascono e si sviluppano nella cultura europea.

     

    • CAPITALISMO

    Vanno ricordati il mercato e l’industria capitalistici, ovvero la progressiva formazione di un mercato autoregolato che si estende dall’Europa occidentale al resto del mondo e che trova, con la rivoluzione industriale, un formidabile strumento di innovazione, di accumulazione del capitale e di espansione. L’industria capitalistica si sviluppa grazie al rapporto con la scienza e la tecnologia, avvalendosi delle materie prime e delle risorse finanziarie accumulate con i surplus agricoli in Europa e con il commercio di lunga distanza, sia all’interno dell’Europa, sia con i paesi extraeuropei.

    Questi diversi elementi non formano necessariamente un insieme coerente, sono anzi spesso entrati in conflitto l’uno con l’altro, né hanno necessariamente prodotto solo effetti desiderabili o conseguenze positive. Essi sono, però, elementi costitutivi del patrimonio storico europeo, da cui non si può prescindere nel processo di costruzione dell’Unione Europea e di definizione del ruolo dell’Europa nel mondo contemporaneo. In particolare, essi hanno contribuito a generare valori comuni: il razionalismo, l’individualismo, lo spirito innovativo, la libertà e l’uguaglianza di diritti che definiscono la nostra identità.

     

    • IL RAZIONALISMO

    Il razionalismo occidentale, che si manifesta in una molteplicità di forme, può essere definito in senso lato come controllo e trasformazione razionale dell’ambiente per soddisfare i bisogni umani, e come fiducia nella capacità della mente umana di conoscere la realtà.

    Esso è incarnato da molti personaggi emblematici della letteratura e della filosofia europea. Sempre alla luce del razionalismo vanno interpretati i più grandi eventi della storia europea: dai grandi viaggi transoceanici allo "spirito di frontiera" che è un elemento distintivo della propaggine nordamericana della cultura europea.

     

    • INDIVIDUALISMO

    Il razionalismo è strettamente connesso ad un altro tratto culturale costitutivo dell’identità europea: l’individualismo.

    Esso è fondamento di quei principi di libertà e uguaglianza affermati in particolare dal giusnaturalismo, che sostiene l’uguaglianza di tutti gli uomini in quanto dotati di ragione. Questi stessi principi sono stati riconosciuti nelle prerogative del Parlamento inglese (dopo il 1688-89), sanciti solennemente dalla Costituzione americana del 1787 e dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del1789.

    Questi principi fanno infatti riferimento ai diritti inviolabili dell’individuo alla vita, alla libertà e alla piena realizzazione delle sue potenzialità. La libertà si esprime, sia come libertà negativa (ovvero come protezione dei diritti dell’uomo dall’abuso del potere), sia come libertà positiva (ovvero come diritto del cittadino a partecipare alle scelte collettive).

    L’eguaglianza è eguaglianza di diritti e doveri del cittadino, ma diviene anche eguaglianza di opportunità, aprendo la strada alle concezioni di democrazia progressiva e di socialdemocrazia.

    Il razionalismo, l’individualismo, lo spirito di innovazione e di scoperta, la libertà e l’eguaglianza dei diritti e delle opportunità costituiscono la più duratura eredità culturale dell’Europa, contribuiscono a definirne l’identità, e possono orientarne il cammino futuro nella comunità internazionale.

     

     

    2. Lo stato-nazione in Europa

    L’esperienza collettiva degli Europei si è formata all’interno dello stato-nazione, ossia la creazione politica più importante dell’Europa post-medievale.

     

     

    • Nascita e sviluppo dello stato nazione

    Nell’occidente europeo si è tentato di ricreare un impero che restituisse agli abitanti del continente quella pace, quella sicurezza, quella certezza del diritto che erano sentite come lo straordinario perduto retaggio dell’antica Roma. La lingua di Roma, il latino, era rimasta come lingua di comunicazione. Con essa dialogavano i dotti di tutta Europa, e grazie al latino si tramandava il sapere europeo. Nasce così il Sacro romano impero, il quale, incapace di tenere insieme le diverse parti del continente, si è sempre più diviso attraverso quel sistema feudale che avrebbe dovuto consentirne l’adeguata condizione unitaria. Gli stati eredi di quel sistema hanno peraltro aggregato territori che per lo più superavano reali o potenziali confini" nazionali". Alcuni esempi chiarificativi sono:

     

    • La Spagna è un insieme di Castigliani, Catalani e Baschi;
    • Il Regno Unito è un insieme di Inglesi, Scozzesi, Gallesi e Irlandesi del nord;
    • La Francia è un insieme di Bretoni e Corsi.

    Questi aggregati disomogenei di uomini e territori, dagli idiomi, tradizioni e costumi diversi, si vengono, nell’età moderna, trasformando in più salde e tendenzialmente omogenee unità statali per necessità politiche ed economiche.

    L’economia capitalistica, inoltre, esige mercati sempre più ampi e sicuri. Da qui nasce la necessità di abbattere dazi e dogane interne e rendere più agevoli e sicure le comunicazioni, potendo contare su un potere statuale capace di offrire le indispensabili garanzie. Quindi lo Stato nuovo, "moderno", diviene il luogo di convergenza di interessi economici e politici "avanzati". Presupposto essenziale alla nascita dello stato moderno è la soppressione del particolarismo. La lunga guerra al particolarismo ha imposto al vertice alleanze con quelle forze che in esso riconoscono ostacoli gravi alla propria affermazione economica e sociale.

    Lo stato moderno è caratterizzato dalla progressiva affermazione di poteri centrali "assoluti", capaci di legiferare in modo radicalmente nuovo, aprendo la via alla creazione di mercati a dimensione " nazionale". Il referente nuovo è quindi stato trovato nella "nazione", intesa come insieme degli appartenenti al medesimo stato. "Sentirsi nazione" vuol dire possedere la consapevolezza di appartenere ad una medesima collettività statuale. Questo "comune sentire" acquista significato solo se gli appartenenti alla collettività possono esercitare il diritto di partecipare alle scelte che tutti li riguardano. In Europa, però, viene preferito il modello assolutistico. Ne sono un esempio la Francia rivoluzionaria e l’impero austriaco. In quest’ultimo, la concessione di diritti alle popolazioni multietniche viene ritenuta, nei primi anni dell’Ottocento, una vera e propria minaccia alla sopravvivenza dell’impero; si temeva, infatti, che le popolazioni lasciate libere finissero con l’abbandonarlo per formare nuovi stati indipendenti. In tal modo, però, si finisce per favorire un’alleanza tra i movimenti liberali e tra movimenti autonomistici che riaffermano il loro diritto alla libera espressione delle diverse lingue e culture.

    Più tardi nell’est europeo crescono e si sviluppano stati nazionali con queste caratteristiche, dove peraltro non manca ancora una volta il contrasto con l’autorità centrale. Il nazionalismo inoltre interviene a porre in conflitto, più o meno aspro, sia all’interno dei singoli stati, sia in ambito continentale, etnie, lingue e culture la cui varietà ha rappresentato e rappresenta la maggiore ricchezza della civiltà europea.

    Nonostante lo sviluppo della partecipazione dei cittadini alla gestione dei rispettivi stati, conquistata attraverso lotte rivoluzionarie e sanguinose, non si è riusciti a realizzare la liberazione di energie importanti e vitali per una crescita armoniosa e pacifica della società europea. Queste sono le premesse per i due terribili scontri tra nazioni che hanno posto in dubbio, nella prima metà del nostro secolo, la sopravvivenza della stessa società europea.

    La creazione di stati nazionali "chiusi" ha provocato il ricorso alla guerra, quando lo sviluppo delle economie europee ha prodotto la necessità di mercati sempre più ampi. Questo però non ha risolto la questione, infatti soltanto dopo il secondo conflitto mondiale si è messo in moto un processo di natura confederale, che è tuttora in corso in Europa. Vi sono però alcuni gruppi-politici, sociali, economici- che si sentono minacciati dalla possibile unità del continente, in quanto quest’ultima potrebbe mettere in pericolo le loro posizioni di potere all’interno dei diversi stati. Tuttavia l’incapacità degli stati di rispondere in modo adeguato alle esigenze dei rispettivi popoli è un potente incentivo a proseguire quel cammino.

     

    • Lo stato-nazione di fronte alla sfida del 2000

    In seguito alla mondializzazione dell’economia, lo stato in Europa ha perso molte delle sue funzioni e gran parte della sua carica simbolica.

    Oggi la politica estera di ogni stato è concepita armoniosamente con quella degli altri in vista di coalizioni e linee strategiche a livello sovranazionale.

    Contemporaneamente si assiste in Europa ad un revival etnico, ossia alla riscoperta dell’identità culturale ed etnica di ogni nazione. Tale riscoperta non è certamente paragonabile ai nazionalismi del passato: non si tratta di scegliere se essere francesi o bretoni, ma si tratta piuttosto di veder riconosciuto il diritto ad essere contemporaneamente entrambi. L’identità culturale rivendicata dalle minoranze si associa ad altre identità sociali. Diviene quindi teoricamente possibile che gli individui si riconoscano in identità locali particolari e si sentano contemporaneamente cittadini d’Europa.

     

    BIBLIOGRAFIA

    • AAVV, "L’EUROPA DELLE CULTURE", Fondazione Cariplo-I.S.M.U., copyright 1996.
    • Werner Weidenfeld, Wolfgang Wessels "L’EUROPA DALLA A ALLA Z"- Guida all’integrazione europea, Institut für Europäische Politik, 1997.
    • Commissione europea "CITTADINI D’EUROPA " Studiare, Formarsi e Fare ricerca in un altro paese dell’Unione Europea.
    • Mario Reguzzoni "INTERVENTI DELL’UNIONE EUROPEA IN CAMPO EDUCATIVO", Aggiornamenti sociali, Vol 46, n. 9-10, settembre-ottobre 1995, pp 643-656, rubr. 801
       
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