Linizio
di una politica comunitaria nel campo
delleducazione si può far risalire al 16 novembre 1971,
quando i ministri della Pubblica Istruzione dei sei
Paesi allora membri, riuniti per la prima volta in
sede di Consiglio, istituirono un gruppo di lavoro
con lincarico di studiare le modalità pratiche
per lattuazione di una tale politica.
Le iniziative
dellUnione per sviluppare la dimensione europea
delleducazione sono effetto della
Risoluzione del 24 Maggio 1988. La Risoluzione
del1988 prevedeva un insieme di misure per il periodo
1988-1992 riguardanti tanto gli Stati membri, quanto
la Commissione Europea. Gli Stati furono invitati ad
intervenire, sia con azioni specifiche, sia dando
maggior rilievo alla dimensione europea nella
formazione iniziale e in servizio degli insegnanti.
La Commissione stessa s'impegnò ad avviare un
sistema di scambio delle informazioni e a garantire a
tutti la conoscenza dei risultati. Essa ha, inoltre,
promosso una serie di attività atte a sviluppare una
formazione in dimensione europea degli insegnanti: a
questo scopo fu istituito un "gruppo di
lavoro" composto dai rappresentanti degli Stati
membri, al fine di assistere la Commissione nel
coordinamento delle iniziative. Il "gruppo di
lavoro" ha svolto un ruolo importante
nellattuazione della Risoluzione del 24
maggio 1988 favorendo lo scambio delle informazioni,
stimolando le attività da promuovere da parte dei
singoli Stati e sostenendo la Commissione. La
funzione principale è stata quella tra gli
insegnanti e lamministrazione scolastica e tra
gli Stati membri e la Commissione.
a) Le attività
intraprese dagli Stati membri
Dalla documentazione
riguardante le attività promosse dagli Stati membri
nel periodo 1988-1992 emergono tre aspetti:
- Ideale
comunitario, che viene perseguito nella
direzione di una politica comune, globale e
coerente;
- Ideale
umanistico, che privilegia la
comprensione internazionale e vede nelle
Comunità Europea un mezzo per rafforzare la
pace, la democrazia e la coscienza di
solidarietà internazionale;
- Prospettiva di
internazionalizzazione, che poggia sullo
sviluppo di una Europa multiculturale
attraverso la mobilità dei giovani e
laffermarsi di una civilizzazione
interculturale.
In tutti i Paesi il
riferimento ai valori è presente come volontà
di reciproca comprensione, apertura alla dimensione
multiculturale, sensibilità per i diritti
delluomo, difesa della libertà e della
democrazia e volontà di preservare la pace.
La creazione di
strutture flessibili allinterno dei
ministeri, come gruppi
di lavoro e cellule di riflessione,
costituisce la strategia adottata da Francia,
Grecia e comunità fiamminga del Belgio per
promuovere la dimensione europea, a
differenza della Germania e del Lussemburgo,
che si rifanno alle iniziative da loro già
adottate.
Nellambito della
formazione degli insegnanti la dimensione europea
è presente:
- In Belgio, sotto
forma di corso obbligatorio sulle istituzioni
europee;
- In Irlanda, nel
Regno Unito, in Francia e in Olanda sotto
forma di iniziative facoltative di
sensibilizzazione;
- in Italia sotto
forma di seminari brevi di informazione.
Tutti gli stati
attribuiscono importanza al materiale pedagogico
a sostegno delle iniziative volte a promuovere la
dimensione europea. Vi sono dei casi di tipo
individuale, come in Portogallo, o di collaborazione
tra più paesi, come nel progetto inglese Europe
at school.
b) Le iniziative della
Comunità Europea
Le iniziative
intraprese tendono innanzitutto a stimolare
strategie di intervento idonee a modificare lo
spirito dei sistemi scolastici in ordine allo
sviluppo di una vera cittadinanza europea.
Le "Università
estive" hanno riunito ogni anno una
sessantina di persone per una decina di giorni e
hanno avuto come obiettivo la formazioni dei
formatori. Durante una delle quattro università
estive organizzate, quella a Nantes del 1991, è nato
il progetto della Rete delle istituzioni di
formazione degli insegnanti. Si tratta di circa
110 istituti, raggruppati in 14 sotto-reti,
comprendenti ciascuna da quattro a venti istituti.
Ecco alcuni dei temi
presi in considerazione:
- La dimensione
europea nelleducazione, i diritti
delluomo e i valori;
- La formazione dei
capi di istituto e la dimensione europea;
- Lapprendimento
delle lingue straniere per una migliore
dimensione europea nelleducazione;
- la dimensione
europea nelleducazione e le nuove
tecnologie;
- lEuropa e il
patrimonio culturale;
- la dimensione
europea nelleducazione e
lintegrazione dei bambini handicappati
o in difficoltà scolastiche.
La Rete delle
istituzioni di formazione degli insegnanti ( RIF)
è nata da un progetto elaborato nel corso della
prima università estiva. Si tratta di circa 110
istituti, raggruppati in 14 sotto-reti, comprendenti
ciascuna da quattro a venti istituti.
Lo scambio di
docenti (TEX)è uniniziativa promossa dal
Parlamento europeo, alla quale ha fatto seguito la
creazione di unapposita struttura negli Stati
membri.
Lo scambio degli
alunni e delle classi (RES) è stato promosso
dalla Commissione al fine di sviluppare la
riflessione su tale argomento sulla base di
esperienze bi-multilaterali.
Molteplici
enti e associazioni producono il materiale didattico
in dimensione europea.
Anche la cooperazione
tra organizzazioni non governative è stata favorita
dalla commissione delle comunità Europee, che
sostiene la produzione di nuovi materiali pedagogici
e lorganizzazione di seminari per gli
insegnanti.
Infine la Commissione
ha dato il suo sostegno agli incontri europei dei
giovani, che hanno dato via a un "Parlamento
europeo dei giovani", cioè a
unassociazione di istituti scolastici aventi
come fine di rendere possibile lorganizzazione
di dibattiti sul modello del Parlamento europeo.
Anche a livello
universitario la libera circolazione delle persone si
è così potuta concretizzare con ladozione di
programmi comunitari, denominati: ERASMUS (European
Community Action Scheme for the Mobility of
University Students), COMETT ( Community in
Education and Training for Technologies), TEMPUS
(Trans-European Mobility Scheme for University
Students), PETRA (Community Action Programme
for the Vacational Training of Young
People and their Preparation for Adult and Working
Life).
1) ERASMUS:
LA CREAZIONE DI UNIVERSITÀ SENZA FRONTIERE
A partire dal 1976 la
Comunità Europea aveva incoraggiato gli Stati membri
a eliminare le restrizioni quantitative, le barriere
economiche e amministrative, che impediscono
laccesso agli studi, e a promuovere il
riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi
di studio effettuati in un altro paese membro. A tale
effetto, nel decennio 1976 1986, ha accordato
un sostegno economico a determinati "programmi
comuni di studio " aventi come obiettivo di
intensificare la cooperazione tra le università dei
diversi paesi membri.
Nel 1987 venne adottata
la decisione relativa al programma ERASMUS,
che metteva a disposizione 85 milioni di ECU (pari a
circa 176 miliardi di lire ).
Ci si propose di
stabilire una rete di cooperazione tra università di
diversi Stati tramite "programmi
interdisciplinari di cooperazione" (PIC); in
secondo luogo si decise di aiutare economicamente gli
studenti perché potessero compiere un periodo di
studio in una università di un altro stato membro;
in terzo luogo si adottarono misure per migliorare il
riconoscimento accademico dei diplomi; infine furono
previsti interventi economici per la costituzione di
associazioni di insegnanti e studenti aventi una
dimensione europea.
La "Rete europea
di centri nazionali di informazione sul
riconoscimento dei diplomi e dei titoli accademici
"(NARIC), creata nel 1984, venne integrata nel
programma ERASMUS.
Nel quadro del
programma ERASMUS è stato creato "un sistema
pilota di trasferimento di crediti accademici
capitalizzabili " (ECTS) relativo a cinque
discipline: tecniche di gestione, storia, medicina,
chimica, ingegneria meccanica. Gli studenti che hanno
seguito corsi in tali discipline allestero
possono "capitalizzarli" per ottenere il
titolo di studio previsto dallistituto di
provenienza; possono anche proseguire gli studi in un
altro paese o nellistituto che li ha accolti.
Hanno la facoltà di
avvalersi del programma di mobilità ERASMUS quegli
studenti iscritti in un istituto di un altro Stato
membro.
Occorrerà quindi
informarsi presso listituto di origine se
esiste un tale accordo.
Gli studenti che
partecipano al programma, oltre al diritto al
riconoscimento accademico, hanno il diritto di non
pagare alcuna tassa di iscrizione allistituto
ospitante.
Al contrario
listituto di origine può continuare a
riscuotere le tasse di iscrizione dai propri studenti
anche se si trovano allestero.
Nel quadro di ERASMUS
è possibile ottenere delle borse finanziate
dallUnione Europea, destinati a coprire una
parte delle spese legate alla mobilità.
Misure di sostegno
specifiche sono previste per i disabili.
2) COMETT:
LA COOPERAZIONE TRA LE UNIVERSITÀ E LE AZIENDE
EUROPEE
Il programma COMETT
è stato adottato nel 1986 per rafforzare la
formazione nel campo delle tecnologie avanzate e per
contribuire allo sviluppo delle risorse umane e della
mobilità professionale. La prima fase si è svolta
con successo nel 1987 1988. Sono state create
125 "associazioni università-azienda per la
formazione" (AUEF). Complessivamente la prima
fase del progetto, denominata COMETT, ha interessato
in Europa oltre 100.000 persone, 4.000 aziende, 1.400
istituti universitari e 2.000 organismi di formazione
privati.
La seconda fase,
detta COMETT 2, adottata nel 1988 per il periodo
1990-94, e aperta anche ai paesi appartenenti
allAELE, ha potuto disporre di 230 milioni di
ECU (468 miliardi di lire).
Le iniziative sono
state concentrate in tre ambiti:
- Le
"Associazioni università-aziende per la
formazione";
- Gli scambi
transnazionali;
- I progetti
congiunti di formazione continua alluso
delle nuove tecnologie e di formazione
multimediale a distanza.
3)
TEMPUS: LA
COOPERAZIONE CON I PAESI DELLEUROPA CENTRALE
Si tratta di
uniniziativa che fa parte di un programma
globale di aiuto alla ristrutturazione economica e
sociale dei paesi dellEuropa centrale e
orientale, denominato PHARE.
Il programma TEMPUS
è stato adottato il 7 maggio 1990 e la sua durata è
stata prolungata, il 29 aprile 1993, per altri
quattro anni.
Dal 1° gennaio 1991
fa parte del programma TACIS che ha come obiettivo
promuovere
la riforma economica
degli Stati indipendenti dellex Unione
Sovietica.
TEMPUS-PHARE
riguarda i Paesi detti "eleggibili"
(Albania, Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia,
Lituania, Polonia, Repubblica Slovacchia, Repubblica
Ceca, Romania e Slovenia) e comprende attività di
diversa natura e importanza per le quali, dal 1990 al
1993, sono stati stanziati 320,81 milioni di ECU
(oltre 650 miliardi di lire).
In tale periodo sono
stati attuati 1.752 "progetti comuni europei
" (PEC), che si propongono di assicurare alle
istituzioni universitarie aiuti economici per il
perseguimento di precisi obiettivi, quali la
ristrutturazione di un dipartimento, o lo scambio di
studenti e di conoscenze. Si tratta di creare
consorzi costituiti almeno da una università di un
Paese "eleggibile" e da due istituzioni
appartenenti a due Paesi membri dellUnione.
Gli aiuti economici
sono concessi per sostenere unicamente attività
comprese tra le iniziative prioritarie definite
annualmente da ciascuno dei Paesi
"eleggibili". In tale contesto sono
prevedibili "borse di mobilità" per gli
studenti. Sono state poi finanziate 138
"attività complementari "al fine di
permettere ai Paesi "eleggibili" di
partecipare ad associazioni europee di istruzione
superiore, oppure di coprire spese di pubblicazione o
di informazione.
Il programma TEMPUS-TACIS
è iniziato, nel 1993-1994, con le tre
nuove Repubbliche riconosciute dalla comunità
internazionale: la Federazione Russa, la Bielorussia
e lUcraina, ma nel 1994-1995 ha incluso anche
il Kazakistan, il Kirghizistan, la Moldavia e
lUzbekistan.
Si tratta di aiuti
economici, non ancora definitivamente determinati,
aventi la durata di un anno, e per lattuazione
di "progetti europei comuni" triennali
destinati alla ristrutturazione e allo sviluppo delle
capacità di insegnamento nelle università.
4) PETRA:
GARANTIRE UNA FORMAZIONE INIZIALE A TUTTI I GIOVANI.
La Risoluzione
del 13 dicembre 1976 concernente la transizione dalla
scuola alla vita adulta ha dato il via a un programma
comunitario di progetti pilota destinati ad
analizzare gli ostacoli che si frappongono
allinserimento dei giovani nel mondo del
lavoro. Un secondo programma è stato realizzato
negli anni 1983-1987 con lintento di motivare i
giovani ad acquisire una qualificazione
professionale, di dare loro una idea globale del
mondo del lavoro, di sviluppare in essi lo spirito di
iniziativa e creatività
5) LINGUA:
LINSEGNAMENTO DELLE LINGUE, CHIAVE DELLA
COSTRUZIONE EUROPEA.
Il programma LINGUA,
adottato nel 1989, con una disponibilità per il
quinquennio 1990-1994 di 200 milioni di ECU (407
miliardi di lire), ha come obiettivo principale il
miglioramento quantitativo della conoscenza delle
lingue straniere.
Le azioni intraprese
tramite lassegnazione di borse di studio
destinate a migliorare la formazione degli insegnanti
hanno permesso, a 6.037 nel 1993, di partecipare a
corsi di formazione nei Paesi di cui insegnano la
lingua.
Il programma si
propone di promuovere lapprendimento della
lingue straniere negli istituti universitari
migliorando, in particolare, la formazione iniziale
dei futuri insegnanti di lingue straniere e
istituendo corsi di laurea che abbinano le lingue
straniere ad altre discipline tramite anche le
opportunità offerte dal programma ERASMUS. Si vuole
sviluppare le conoscenze linguistiche nel mondo
delleconomia mettendo in atto strategie di
analisi dei bisogni di formazione, di produzione dei
materiali didattici e di riconoscimento delle
acquisizioni linguistiche. A tale effetto vengono
aiutate le associazioni linguistiche a predisporre e
a scambiarsi materiali per la promozione delle lingue
meno diffuse.
Sono stati attivati
anche "progetti educativi congiunti" (PEC)
destinati a promuovere gli scambi e le visite tra
coloro che seguono una formazione specialistica,
tecnica o professionale. Si tratta di progetti che
comportano una fase consistente di preparazione in
modo da assicurare alle attività una forte
componente linguistica.
6) GIOVENTÙ PER
LEUROPA.
Il quadro per le
istituzioni attuate per facilitare la mobilità delle
persone non sarebbe completo senza un programma
mirante a sviluppare la cittadinanza europea tramite
progetti riservati a giovani dai 15 ai 25 anni, volti
a favorire la loro mobilità senza costringerli a
rientrare nelle finalità specifiche proprie di altri
programmi. Si tratta di promuovere scambi di
esperienze tra giovani al di fuori delle attività
propriamente scolastiche o professionali perché
creino legami duraturi dando loro la consapevolezza
di appartenere allo spazio europeo.
In una prima fase
(luglio 1988-dicembre 1991) sono stati assegnati 22.1
milioni di ECU (45 miliardi di lire ).
Per iniziativa del
Parlamento europeo, in seguito a una Risoluzione del
Consiglio del 26 giugno 1991 sulle attività
prioritarie a favore dei giovani, con un bilancio di
5 milioni di ECU (10 miliardi di lire).
Il 4 novembre 1993
la Commissione ha adottato la proposta per una terza
fase di "Gioventù per lEuropa
"integrando in un unico programma tutti i
progetti destinati ai giovani.