Liceo linguistico europeo

"CAPITANIO"

- Bergamo -

INTRODUZIONE

IL PROGETTO "PENSARE EUROPEO"


LEZIONI PRELIMINARI


LAVORO DEI GRUPPI:

QUALE MOTORE PER L'EUROPA?

IL CONFRONTO TRA COSTRUZIONE EUROPEA E PENSIERO SOCIALE CRISTIANO

IL PRINCIPIO DELLA SUSSIDIARIETÀ NELL'UNIONE EUROPEA

I RAPPORTI TRA L'U.E. E IL RESTO DEL MONDO

L'U.E. E LA SFIDA DELLA DISOCCUPAZIONE

I DIRITTI DEL CITTADINO EUROPEO E LE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALL'U.E.

COSTRUZIONE DELL'IDENTITÀ EUROPEA

IL MOSAICO DELLE CULTURE

» LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (1)

LA POLITICA EDUCATIVA DELL'U.E. (2)

L'EUROPA DELL'EDUCAZIONE

ALCUNI CARATTERI SPECIFICI DEI DIVERSI SISTEMI SCOLASTICI IN EUROPA

IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO

IL SISTEMA SCOLASTICO TEDESCO

IL SISTEMA SCOLASTICO FRANCESE

IL SISTEMA SCOLASTICO INGLESE

L'INFORMAZIONE SULL'EDUCAZIONE IN EUROPA


HANNO COLLABORATO...

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LAVORO DEI GRUPPI

La politica educativa dell’UE (1)

 

L‘inizio di una politica comunitaria nel campo dell’educazione si può far risalire al 16 novembre 1971, quando i ministri della Pubblica Istruzione dei sei Paesi allora membri, riuniti per la prima volta in sede di Consiglio, istituirono un gruppo di lavoro con l’incarico di studiare le modalità pratiche per l’attuazione di una tale politica.

Le iniziative dell’Unione per sviluppare la dimensione europea dell’educazione sono effetto della Risoluzione del 24 Maggio 1988. La Risoluzione del1988 prevedeva un insieme di misure per il periodo 1988-1992 riguardanti tanto gli Stati membri, quanto la Commissione Europea. Gli Stati furono invitati ad intervenire, sia con azioni specifiche, sia dando maggior rilievo alla dimensione europea nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti. La Commissione stessa s'impegnò ad avviare un sistema di scambio delle informazioni e a garantire a tutti la conoscenza dei risultati. Essa ha, inoltre, promosso una serie di attività atte a sviluppare una formazione in dimensione europea degli insegnanti: a questo scopo fu istituito un "gruppo di lavoro" composto dai rappresentanti degli Stati membri, al fine di assistere la Commissione nel coordinamento delle iniziative. Il "gruppo di lavoro" ha svolto un ruolo importante nell’attuazione della Risoluzione del 24 maggio 1988 favorendo lo scambio delle informazioni, stimolando le attività da promuovere da parte dei singoli Stati e sostenendo la Commissione. La funzione principale è stata quella tra gli insegnanti e l’amministrazione scolastica e tra gli Stati membri e la Commissione.

a) Le attività intraprese dagli Stati membri

Dalla documentazione riguardante le attività promosse dagli Stati membri nel periodo 1988-1992 emergono tre aspetti:

  • Ideale comunitario, che viene perseguito nella direzione di una politica comune, globale e coerente;
  • Ideale umanistico, che privilegia la comprensione internazionale e vede nelle Comunità Europea un mezzo per rafforzare la pace, la democrazia e la coscienza di solidarietà internazionale;
  • Prospettiva di internazionalizzazione, che poggia sullo sviluppo di una Europa multiculturale attraverso la mobilità dei giovani e l’affermarsi di una civilizzazione interculturale.

In tutti i Paesi il riferimento ai valori è presente come volontà di reciproca comprensione, apertura alla dimensione multiculturale, sensibilità per i diritti dell’uomo, difesa della libertà e della democrazia e volontà di preservare la pace.

  • La creazione di strutture flessibili all’interno dei ministeri, come gruppi di lavoro e cellule di riflessione, costituisce la strategia adottata da Francia, Grecia e comunità fiamminga del Belgio per promuovere la dimensione europea, a differenza della Germania e del Lussemburgo, che si rifanno alle iniziative da loro già adottate.
  • Nell’ambito della formazione degli insegnanti la dimensione europea è presente:

    • In Belgio, sotto forma di corso obbligatorio sulle istituzioni europee;
    • In Irlanda, nel Regno Unito, in Francia e in Olanda sotto forma di iniziative facoltative di sensibilizzazione;
    • in Italia sotto forma di seminari brevi di informazione.

    Tutti gli stati attribuiscono importanza al materiale pedagogico a sostegno delle iniziative volte a promuovere la dimensione europea. Vi sono dei casi di tipo individuale, come in Portogallo, o di collaborazione tra più paesi, come nel progetto inglese Europe at school.

    b) Le iniziative della Comunità Europea

    Le iniziative intraprese tendono innanzitutto a stimolare strategie di intervento idonee a modificare lo spirito dei sistemi scolastici in ordine allo sviluppo di una vera cittadinanza europea.

    Le "Università estive" hanno riunito ogni anno una sessantina di persone per una decina di giorni e hanno avuto come obiettivo la formazioni dei formatori. Durante una delle quattro università estive organizzate, quella a Nantes del 1991, è nato il progetto della Rete delle istituzioni di formazione degli insegnanti. Si tratta di circa 110 istituti, raggruppati in 14 sotto-reti, comprendenti ciascuna da quattro a venti istituti.

    Ecco alcuni dei temi presi in considerazione:

    • Cittadinanza europea;
    • La dimensione europea nell’educazione, i diritti dell’uomo e i valori;
    • La formazione dei capi di istituto e la dimensione europea;
    • L’apprendimento delle lingue straniere per una migliore dimensione europea nell’educazione;
    • la dimensione europea nell’educazione e le nuove tecnologie;
    • l’Europa e il patrimonio culturale;
    • la dimensione europea nell’educazione e l’integrazione dei bambini handicappati o in difficoltà scolastiche.

    La Rete delle istituzioni di formazione degli insegnanti ( RIF) è nata da un progetto elaborato nel corso della prima università estiva. Si tratta di circa 110 istituti, raggruppati in 14 sotto-reti, comprendenti ciascuna da quattro a venti istituti.

    Lo scambio di docenti (TEX)è un’iniziativa promossa dal Parlamento europeo, alla quale ha fatto seguito la creazione di un’apposita struttura negli Stati membri.

    Lo scambio degli alunni e delle classi (RES) è stato promosso dalla Commissione al fine di sviluppare la riflessione su tale argomento sulla base di esperienze bi-multilaterali.

    Molteplici enti e associazioni producono il materiale didattico in dimensione europea.

    Anche la cooperazione tra organizzazioni non governative è stata favorita dalla commissione delle comunità Europee, che sostiene la produzione di nuovi materiali pedagogici e l’organizzazione di seminari per gli insegnanti.

    Infine la Commissione ha dato il suo sostegno agli incontri europei dei giovani, che hanno dato via a un "Parlamento europeo dei giovani", cioè a un’associazione di istituti scolastici aventi come fine di rendere possibile l’organizzazione di dibattiti sul modello del Parlamento europeo.

    Anche a livello universitario la libera circolazione delle persone si è così potuta concretizzare con l’adozione di programmi comunitari, denominati: ERASMUS (European Community Action Scheme for the Mobility of University Students), COMETT ( Community in Education and Training for Technologies), TEMPUS (Trans-European Mobility Scheme for University Students), PETRA (Community Action Programme for the Vacational Training of Young People and their Preparation for Adult and Working Life).

    1) ERASMUS: LA CREAZIONE DI UNIVERSITÀ SENZA FRONTIERE

    A partire dal 1976 la Comunità Europea aveva incoraggiato gli Stati membri a eliminare le restrizioni quantitative, le barriere economiche e amministrative, che impediscono l’accesso agli studi, e a promuovere il riconoscimento accademico dei diplomi e dei periodi di studio effettuati in un altro paese membro. A tale effetto, nel decennio 1976 –1986, ha accordato un sostegno economico a determinati "programmi comuni di studio " aventi come obiettivo di intensificare la cooperazione tra le università dei diversi paesi membri.

    Nel 1987 venne adottata la decisione relativa al programma ERASMUS, che metteva a disposizione 85 milioni di ECU (pari a circa 176 miliardi di lire ).

    Ci si propose di stabilire una rete di cooperazione tra università di diversi Stati tramite "programmi interdisciplinari di cooperazione" (PIC); in secondo luogo si decise di aiutare economicamente gli studenti perché potessero compiere un periodo di studio in una università di un altro stato membro; in terzo luogo si adottarono misure per migliorare il riconoscimento accademico dei diplomi; infine furono previsti interventi economici per la costituzione di associazioni di insegnanti e studenti aventi una dimensione europea.

    La "Rete europea di centri nazionali di informazione sul riconoscimento dei diplomi e dei titoli accademici "(NARIC), creata nel 1984, venne integrata nel programma ERASMUS.

    Nel quadro del programma ERASMUS è stato creato "un sistema pilota di trasferimento di crediti accademici capitalizzabili " (ECTS) relativo a cinque discipline: tecniche di gestione, storia, medicina, chimica, ingegneria meccanica. Gli studenti che hanno seguito corsi in tali discipline all’estero possono "capitalizzarli" per ottenere il titolo di studio previsto dall’istituto di provenienza; possono anche proseguire gli studi in un altro paese o nell’istituto che li ha accolti.

    Hanno la facoltà di avvalersi del programma di mobilità ERASMUS quegli studenti iscritti in un istituto di un altro Stato membro.

    Occorrerà quindi informarsi presso l’istituto di origine se esiste un tale accordo.

    Gli studenti che partecipano al programma, oltre al diritto al riconoscimento accademico, hanno il diritto di non pagare alcuna tassa di iscrizione all’istituto ospitante.

    Al contrario l’istituto di origine può continuare a riscuotere le tasse di iscrizione dai propri studenti anche se si trovano all’estero.

    Nel quadro di ERASMUS è possibile ottenere delle borse finanziate dall’Unione Europea, destinati a coprire una parte delle spese legate alla mobilità.

    Misure di sostegno specifiche sono previste per i disabili.

    2) COMETT: LA COOPERAZIONE TRA LE UNIVERSITÀ E LE AZIENDE EUROPEE

    Il programma COMETT è stato adottato nel 1986 per rafforzare la formazione nel campo delle tecnologie avanzate e per contribuire allo sviluppo delle risorse umane e della mobilità professionale. La prima fase si è svolta con successo nel 1987 –1988. Sono state create 125 "associazioni università-azienda per la formazione" (AUEF). Complessivamente la prima fase del progetto, denominata COMETT, ha interessato in Europa oltre 100.000 persone, 4.000 aziende, 1.400 istituti universitari e 2.000 organismi di formazione privati.

    La seconda fase, detta COMETT 2, adottata nel 1988 per il periodo 1990-94, e aperta anche ai paesi appartenenti all’AELE, ha potuto disporre di 230 milioni di ECU (468 miliardi di lire).

    Le iniziative sono state concentrate in tre ambiti:

    1. Le "Associazioni università-aziende per la formazione";
    2. Gli scambi transnazionali;
    3. I progetti congiunti di formazione continua all’uso delle nuove tecnologie e di formazione multimediale a distanza.

    3) TEMPUS: LA COOPERAZIONE CON I PAESI DELL’EUROPA CENTRALE

    Si tratta di un’iniziativa che fa parte di un programma globale di aiuto alla ristrutturazione economica e sociale dei paesi dell’Europa centrale e orientale, denominato PHARE.

    Il programma TEMPUS è stato adottato il 7 maggio 1990 e la sua durata è stata prolungata, il 29 aprile 1993, per altri quattro anni.

    Dal 1° gennaio 1991 fa parte del programma TACIS che ha come obiettivo promuovere

    la riforma economica degli Stati indipendenti dell’ex Unione Sovietica.

    TEMPUS-PHARE riguarda i Paesi detti "eleggibili" (Albania, Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Slovacchia, Repubblica Ceca, Romania e Slovenia) e comprende attività di diversa natura e importanza per le quali, dal 1990 al 1993, sono stati stanziati 320,81 milioni di ECU (oltre 650 miliardi di lire).

    In tale periodo sono stati attuati 1.752 "progetti comuni europei " (PEC), che si propongono di assicurare alle istituzioni universitarie aiuti economici per il perseguimento di precisi obiettivi, quali la ristrutturazione di un dipartimento, o lo scambio di studenti e di conoscenze. Si tratta di creare consorzi costituiti almeno da una università di un Paese "eleggibile" e da due istituzioni appartenenti a due Paesi membri dell’Unione.

    Gli aiuti economici sono concessi per sostenere unicamente attività comprese tra le iniziative prioritarie definite annualmente da ciascuno dei Paesi "eleggibili". In tale contesto sono prevedibili "borse di mobilità" per gli studenti. Sono state poi finanziate 138 "attività complementari "al fine di permettere ai Paesi "eleggibili" di partecipare ad associazioni europee di istruzione superiore, oppure di coprire spese di pubblicazione o di informazione.

    Il programma TEMPUS-TACIS è iniziato, nel 1993-1994, con le tre nuove Repubbliche riconosciute dalla comunità internazionale: la Federazione Russa, la Bielorussia e l’Ucraina, ma nel 1994-1995 ha incluso anche il Kazakistan, il Kirghizistan, la Moldavia e l’Uzbekistan.

    Si tratta di aiuti economici, non ancora definitivamente determinati, aventi la durata di un anno, e per l’attuazione di "progetti europei comuni" triennali destinati alla ristrutturazione e allo sviluppo delle capacità di insegnamento nelle università.

    4) PETRA: GARANTIRE UNA FORMAZIONE INIZIALE A TUTTI I GIOVANI.

    La Risoluzione del 13 dicembre 1976 concernente la transizione dalla scuola alla vita adulta ha dato il via a un programma comunitario di progetti pilota destinati ad analizzare gli ostacoli che si frappongono all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Un secondo programma è stato realizzato negli anni 1983-1987 con l’intento di motivare i giovani ad acquisire una qualificazione professionale, di dare loro una idea globale del mondo del lavoro, di sviluppare in essi lo spirito di iniziativa e creatività

    5) LINGUA: L’INSEGNAMENTO DELLE LINGUE, CHIAVE DELLA COSTRUZIONE EUROPEA.

    Il programma LINGUA, adottato nel 1989, con una disponibilità per il quinquennio 1990-1994 di 200 milioni di ECU (407 miliardi di lire), ha come obiettivo principale il miglioramento quantitativo della conoscenza delle lingue straniere.

    Le azioni intraprese tramite l’assegnazione di borse di studio destinate a migliorare la formazione degli insegnanti hanno permesso, a 6.037 nel 1993, di partecipare a corsi di formazione nei Paesi di cui insegnano la lingua.

    Il programma si propone di promuovere l’apprendimento della lingue straniere negli istituti universitari migliorando, in particolare, la formazione iniziale dei futuri insegnanti di lingue straniere e istituendo corsi di laurea che abbinano le lingue straniere ad altre discipline tramite anche le opportunità offerte dal programma ERASMUS. Si vuole sviluppare le conoscenze linguistiche nel mondo dell’economia mettendo in atto strategie di analisi dei bisogni di formazione, di produzione dei materiali didattici e di riconoscimento delle acquisizioni linguistiche. A tale effetto vengono aiutate le associazioni linguistiche a predisporre e a scambiarsi materiali per la promozione delle lingue meno diffuse.

    Sono stati attivati anche "progetti educativi congiunti" (PEC) destinati a promuovere gli scambi e le visite tra coloro che seguono una formazione specialistica, tecnica o professionale. Si tratta di progetti che comportano una fase consistente di preparazione in modo da assicurare alle attività una forte componente linguistica.

    6) GIOVENTÙ PER L’EUROPA.

    Il quadro per le istituzioni attuate per facilitare la mobilità delle persone non sarebbe completo senza un programma mirante a sviluppare la cittadinanza europea tramite progetti riservati a giovani dai 15 ai 25 anni, volti a favorire la loro mobilità senza costringerli a rientrare nelle finalità specifiche proprie di altri programmi. Si tratta di promuovere scambi di esperienze tra giovani al di fuori delle attività propriamente scolastiche o professionali perché creino legami duraturi dando loro la consapevolezza di appartenere allo spazio europeo.

    In una prima fase (luglio 1988-dicembre 1991) sono stati assegnati 22.1 milioni di ECU (45 miliardi di lire ).

    Per iniziativa del Parlamento europeo, in seguito a una Risoluzione del Consiglio del 26 giugno 1991 sulle attività prioritarie a favore dei giovani, con un bilancio di 5 milioni di ECU (10 miliardi di lire).

    Il 4 novembre 1993 la Commissione ha adottato la proposta per una terza fase di "Gioventù per l’Europa "integrando in un unico programma tutti i progetti destinati ai giovani.

       
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